
Il Pil è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dell’1,0% nei confronti del primo trimestre del 2015.
Mentre la Banca d’Italia rileva un nuovo record del debito pubblico, che a marzo è aumentato di 14 miliardi rispetto a febbraio, salendo a 2.228,7 miliardi. Per fare paragoni con gli altri paesi europei la Germania segna un +0,7%, e la Ue-19 riscontra un +0,5% nei primi tre mesi dell’anno.
Inoltre l’Istat rivede al ribasso i dati sulla deflazione, che ad aprile si attesa allo 0,5% (la stima preliminare era di 0,4%). Si tratta di un ampliamento di tre decimi di punto percentuale rispetto al dato di marzo (0,2%).
La maggiore flessione tendenziale “è principalmente da attribuire all’accentuarsi del calo dei prezzi degli Energetici regolamentati”.
Il pil è salito dello 0,5% sia nella zona euro che nella Ue-28, secondo una stima di Eurostat. Nel trimestre precedente era salito rispettivamente di 0,3% e 0,4%. Su base annuale la crescita è stata di +1,5% e +1,7%. Tra i Paesi della zona euro che accelerano di più ci sono Slovacchia (1,7%), Cipro (0,9%), Spagna e Lituania (0,8%), Germania (0,7%), Austria (0,6%), Francia (0,5%). In recessione Grecia (-0,4%), Lettonia (-0,1%), ferma l’Estonia (0%), basso il Portogallo (0,1%).
La deflazione si estende su tutte le regioni, comunica l’Istat, tranne che in Valle d’Aosta che vede prezzi in crescita dello 0,1%, il Trentino Alto Adige e l’Abruzzo sono a inflazione zero. L’Umbria è la regione che vede il calo maggiore (-1%). L’Umbria è seguita dal Lazio (-0,6%) e dal Piemonte (-0,5%).
Nel Centro-nord, la situazione regionale mostra prezzi in diminuzione su base annua in dieci regioni (erano sette a marzo) su dodici.
Nel Mezzogiorno si riscontrano flessioni tendenziali dei prezzi in quasi tutte le regioni (sei delle sette per le quali sono calcolati gli indici generali) con la Puglia (-0,9%), la Sardegna (-0,8%) e la Basilicata (-0,7%) che, come a marzo, fanno registrare le diminuzioni più ampie.