Roma. La rivolta degli schiavi. Al referendum greco trionfa il “no”: il popolo, umiliato per anni dall’Europa, boccia la proposta dei creditori dell’Unione Europea. Alexis Tsipras vince la sua personalissima sfida, anche se da oggi il futuro del Paese pare più precario che mai, a partire dalla permanenza nella moneta unica. Dopo alcune indiscrezioni di Stato, il risultato, da subito, si è mostrato chiarissimo: le cifre sono quelle del ministero dell’Interno, e tratteggiano la vittoria del “no” con oltre il 61% dei voti, mentre il “sì” è inchiodato al 39 per cento. Nella sede di Syriza, partito del premier ellenico, è subito iniziata la festa. Non altissima l’affluenza alla consultazione, al 65%, percentuale pari a quella delle elezioni dello scorso febbraio. Ora, come ha detto Mario Draghi qualche giorno fa, si entra in un territorio inesplorato. Con assoluta probabilità, prima del definitivo default e dell’addio alla moneta unica, si tenterà un’ultima trattativa, al quale la Grecia arriverà rafforzata dal voto del popolo. Tsipras ha subito confermato di voler trovare un nuovo accordo, chiedendo contestualmente alla Bce nuova liquidità. Di sicuro, per ora, c’è cheAngela Merkel ha perso la sua sfida: aveva scommesso tutto sul “sì”, ma la scommessa è stata persa. La paura, ad Atene, è che la “vittoria” al referendum, però, sia destinata a restare soltanto una vittoria simbolica.