L’immigrazione, il tema dell’accoglienza dei migranti e la possibile apertura o riapertura dei Centri di identificazione ed espulsione (Cie), torna al centro dell’agenda del rapporto Stato-Regioni.
“Dei circa 190.000 ingressi, le persone da integrare perché ne hanno diritto secondo legge saranno un quarto, un terzo, 50.000 persone e sono largo di maniche. Per gli altri 140.000 non esiste un problema di integrazione perché semplicemente devono essere rimpacchettati e riportati a casa loro: questo prevede la legge”, afferma il presidente della Regione Liguria e vicepresidente della Conferenza delle Regioni, Giovanni Toti, intervenendo il 9 gennaio in diretta televisiva a “Mattino5” parlando proprio dell’emergenza migranti. Un problema che secondo Toti non riguarda “solo gli italiani ma anche gli immigrati onesti che si mettono in coda al Consolato italiano e non possono arrivare perché tutte le quote sono occupate da chi arriva illegalmente e ce lo teniamo”.
Il presidente della Liguria ha ricordato che il tema sarà affrontato il 19 gennaio in Conferenza delle Regioni con il ministro degli Interni, Marco Minniti, “a cui, rispetto al governo precedente, riconosco un passo avanti gigantesco perché ha detto che il problema esiste”. Commentando la proposta del ministro, Toti si dice d’accordo sulla riapertura dei Cie “poi, però, bisogna anche procedere con le espulsioni perché se abbiamo espulso 5.000 migranti su 190.000 che sono entrati, possiamo anche quadruplicarli ma restiamo ancora in pieno problema”.
Toni e contenuti diversi quelli usati dal presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, in un’intervista a Controradio: “sono d’accordo con il ministro Minniti: la sicurezza è un tema di sinistra, ma anche l’integrazione lo è. Quali politiche di integrazione attuiamo? Poi c’è la questione dei Cie, perché nei Cie può finire la collaboratrice domestica a cui scade il permesso di soggiorno e Amri. E’ accettabile questa promiscuità?”
“Bisogna mettere in discussione la legge Bossi-Fini e la legge Fini-Maroni che prevede il reato di clandestinità e che ha creato tantissimi irregolari. Abbiamo una politica o pensiamo di poterli rimpatriare tutti? Mi domando: con la riapertura dei Cie, quanti pensiamo di poterne rimpatriare, di espellere? Il bacino di irregolari corrisponde ormai a mezzo milione, mezzo milione da cui attinge il lavoro nero, la criminalità – afferma Rossi – Manteniamo l’ambiguità perché ci serve la manodopera? Sono perché il problema si affronti seriamente”. “Se ci sono dei politici onesti, si riconosca che ci sono mezzo milione di irregolari e quello dallo stretto buco dei Cie non possono passare. Si ragioni come fare politiche di sicurezza, d’integrazione e di difesa dei diritti umani”, conclude Rossi.
La vicepresidente della Regione Siciliana, Mariella Lo Bello, che coordina la commissione Immigrazione della Conferenza delle Regioni sostiene che è “assolutamente giusto eliminare il reato di clandestinità”. Il 10 gennaio “partiranno le convocazioni per riunire il prossimo 18 gennaio la Commissione – spiega Lo Bello -. Io credo non abbia senso, in un mondo in cui viaggiano liberamente merci e capitali, prevedere che le persone siano clandestine. Certo, c’è un problema legato a spostamenti di massa di popolazioni. Proprio perché il tema è delicato voglio avere un confronto con le altre Regioni e auspico che la Commissione Immigrazione possa terminare i propri lavori con una posizione condivisa da portare il giorno successivo, il 19, al tavolo della Conferenza delle Regioni”.