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“Bisogna fare una cosa davvero di sinistra: abolire la libera professione intramoenia. Chi lavora nel pubblico – spiega Rossi – deve essere a tutti gli effetti un dipendente pagato dallo Stato e non può nè deve aprire bottega in proprio. Semmai è giusto che chi è bravo e lavora di più sia pagato di più”.
“È un sogno – aggiunge Rossi – . Ma realizzabile: essere davvero uguali di fronte alla malattia. La mia idea è di promuovere una legge di iniziativa popolare al Parlamento. Vi terrò informati. Forza e coraggio. Cambiare si può”.
“Abolendo la libera professione intramoenia – sottolinea Rossi – d’incanto spariranno le liste d’attesa. Mi ci gioco la faccia e tutto il resto. Per non parlare della necessità di affermare sempre e comunque il rapporto di lavoro esclusivo evitando che i cosiddetti extramoenisti lavorino al mattino in una struttura pubblica e al pomeriggio in una privata verso la quale è probabile sentirsi impegnati a portare utenza.
Riformare in modo serio e profondo si deve per dare futuro e credibilità alla sanità pubblica”.
Enrico Rossi interviene infine anche sulle questioni di sofferenza sociale che si evidenziano nel nostro Paese e afferma che “dobbiamo prendere attentamente in esame le ragioni di questa sofferenza che può essere curata con più stato sociale, sanità, educazione, protezione sociale e lotta alla povertà – aggiunge Rossi – Cioè più eguaglianza e ridistribuzione della ricchezza”.
Enrico Rossi interviene infine anche sulle questioni di sofferenza sociale che si evidenziano nel nostro Paese e afferma che “dobbiamo prendere attentamente in esame le ragioni di questa sofferenza che può essere curata con più stato sociale, sanità, educazione, protezione sociale e lotta alla povertà – aggiunge Rossi – Cioè più eguaglianza e ridistribuzione della ricchezza”.