di Antonio Agosta ( Redazione Sicilia)
Come tirar fuori un coniglio dal cilindro, classico gioco da prestigiatori, il caro presidente del Consiglio, Matteo Renzi, indossa le vesti di illusionista per promettere a tutti i siciliani la realizzazione del ponte sullo stretto, rispolverando un vecchio sogno di Silvio Berlusconi.
Le polemiche non si sono fatte attendere, soprattutto dall’opposizione e da tutti coloro che sono stufi delle sue promesse per accaparrarsi consensi elettorali per la sfiducia nei confronti della politica e dei suoi attori principali.
In Sicilia, in alcune città dell’isola come Messina e Agrigento, manca l’acqua potabile da settimane. Le forti piogge dei giorni scorsi, dai temporali eccezionali, hanno provocato seri problemi nell’erogazione del bene principale per la sopravvivenza dell’uomo, l’acqua.
Forse, Matteo Renzi, prima di pensare a un progetto faraonico, come il ponte quasi fiabesco che ha un suo costo non indifferente, oltre ad essere un’opera inutile, dovrebbe pensare come investire il denaro e la manodopera per realizzare quello che non c’è. La Sicilia non vuole Cattedrali sul Deserto, opere irrealizzabili o lasciate incomplete. Le autostrade sono interrotte per causa frane e le linee ferroviarie sono obsolete. Da Catania, per raggiungere Palermo in treno, ci vogliono più di cinque ore, neanche fosse il viaggio della speranza del primo novecento. Però arriva Renzi che assicura l’alta velocità anche in Sicilia, su trasporti via terra fatiscenti, e investendo su Reggio Calabria come rivoluzione per il sud, dimenticando di ultimare i lavori della Salerno-Reggio Calabria. Ma quello è tutto un altro discorso.
Matteo Renzi rassicura agli italiani che i soldi non li farà uscire ai soliti, semmai darà un regalo alle lobby che sono pronte a grattarsi le mani.