Roma. Soddisfazione è stata espressa dal Ministro dell’Interno Angelino Alfano per l’aspetto che riguarda la lotta alla criminalità organizzata. “Nel 2014, rispetto all’anno precedente, i reati nel nostro Paese sono diminuiti del 7%; dal primo gennaio al 31 ottobre di quest’anno, rispetto al periodo corrispondente del 2014, l’indice di delittuosita’ e’ calato del 10,6%”. Lo ha reso noto lo stesso ministro dai microfoni di ‘Radio anch’io’. “Il 2014 – ha ricordato il ministro – e’ anche l’anno in cui ci sono stati meno omicidi in tutta la storia delle statistiche del ministro dell’Interno.
E decrementi importanti sono stati registrati anche da reati come rapine (-13%) e furti (-9,5%)”. Alfano ha poi spiegato: “Voglio essere chiaro, le garanzie sono molto affievolite: le 55 espulsioni (di sospetti estremisti, ndr) decise dall’inizio dell’anno non arrivano dopo regolare processo ma sono frutto di indizi e indici che ci segnalano quel soggetto come pericoloso per la sicurezza nazionale”. A ‘Radio anch’io’ il ministro dell’Interno ha poi ricordato come “in questo caso non c’e’ bisogno di piu’ garanzie, li cacciamo con tutta la durezza necessaria, anche quando si tratta di imam. Io stesso ne ho espulsi 4”. Alla voce ‘sicurezza’, “gli anni finanziari 2013, 2014 e 2015 sono stati tutti in positivo, e lo stesso sara’ anche per il 2016”, ha detto ancora il ministro dell’Interno, negando la previsione di nuovi tagli al settore. “Per una ristrutturazione delle voci di bilancio – ha detto – alcune non sono andate immediatamente nei capitoli leggibili come attribuiti alla sicurezza, e per questo c’e’ stato un po’ di equivoco”. Quanto al personale, ha rivendicato Alfano, “io sono arrivato al Viminale quando c’era un blocco totale del turn over: l’abbiamo trasformato prima nel 50%, poi nel 55%, e dal 2016 sara’ sbloccato completamente per cui chi andra’ in pensione potra’ essere sostituito”. Sull’ipotesi di un legame tra terrorismo islamico e mafia, Alfano e’ categorico: “Oggi non abbiamo alcuna evidenza” di contatti tra l’Isis e le mafie tradizionali, in particolare la ‘ndrangheta: “dovessimo nel lavoro trovare un’evidenza, lo diremmo. Siamo attenti a tutte le ipotesi – ha assicurato Alfano – ma bisogna avere mente fredda e spalle larghe e non fare il fantacalcio, che e’ un altro campionato, non fondato sulla realta’”.
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