di Antonio Agosta (Redazione Sicilia)
Lavorare al computer accelera il processo d’invecchiamento della pelle, ne sanno qualcosa gli impiegati della pubblica amministrazione che lavorano tutti i giorni per il pubblico esterno.
Stare seduti dietro una scrivania, davanti al proprio computer con i condizionatori accesi o i riscaldamenti ad alta temperatura in pieno inverno, favoriscono gli acciacchi fisici per tante persone che spesso sono anche mal pagati.
Secondo lo studio di un gruppo di dermatologi dell’associazione “The London Clinc”, la nuova tecnologia ha sconvolto la vita per chi lavora in ufficio. L’espressione del viso, davanti a uno schermo visualizzato più volte al giorno, è più concentrata con la prima apparizione della ruga sulla fronte, le guance tendono a scendere, la linea della clavicola prende una piega innaturale e le labbra assumono smorfie del tutto insolite, oltre alle larghe vetrate che lasciano passare i raggi del sole, in particolare gli UVA, che sciupano la bellezza.
Anche l’umore cambia notevolmente, soprattutto per le impiegate che amano mostrarsi come delle dive dei giornali patinati, costrette a rinunciare alle unghie lunghe che fanno a botte con la tastiera, oltre al profumo griffato dalle essenze forti che può disturbare il collega della scrivania accanto.
Può sembrare una barzelletta, mentre in realtà è tutto vero, il malcontento d’ufficio ha preso il sopravvento. Allora meglio la libera professione? Non hai orari da rispettare, non ci sarà un superiore che ti dirà compiti da istruire con asseguito di scadenze e starai tutto il giorno fuori a respirare aria pulita lontano dal fumo del sigaro del collega e la puzza della carta ammuffita. Però anche la libera professione ha un prezzo da osservare. Magari arrivi alla fine del mese con la sensazione di avere il carpio al collo, i soldi non bastato per pagare il muto o l’affitto di casa, con l’incertezza di poter versare la quota di mantenimento della tua ex moglie e dei bambini. Devi rinunciare all’aperitivo con gli amici, una serata al cinema e alla propria libertà. Però, tuttavia, la tua bellezza rimarrà immutata.