Redazione cultura – “Niente – scrive la Masini riportando un’espressione di Michel Fauré in occasione di una mostra di gioielli di Braque – tocca così da vicino l’essere umano come un gioiello”, così inestricabilmente connesso alla storia stessa dell’uomo.
Varie sono state le funzioni ad esso attribuite nel corso delle diverse epoche: considerato talvolta per il suo valore magico ed apotropaico, ma soprattutto visto come “mezzo di esaltazione, di eroicizzazione del corpo….tanto che si trasforma in elemento che arriva a superare il concetto di arte per divenire un attributo esaltante del corpo stesso.”
Lo studio del significato e dell’utilizzazione delle materie preziose o semipreziose, presso le popolazioni primitive, costituisce del resto un elemento di grande importanza antropologica.
E tra i metalli preziosi, un posto di primo piano occupa l’oro al quale, sin dall’antichità, venivano riconosciuti magici poteri che continuò a conservare anche se mutati, per molto tempo.
Per la lavorazione dell’oro fu di enorme importanza, l’introduzione della macchina e la conseguente meccanizzazione dell’industria.
Con lo sviluppo industriale l’opera d’arte e il suo stesso concetto di unicità subirono una grande trasformazione, a causa del fenomeno della riproducibilità tecnica. Questa nuova caratteristica determinò nel tempo una vera e propria crisi dell’autenticità dell’opera d’arte.
Anche nella gioielleria , il problema del rapporto arte-industria fu particolarmente sentito e, già alla fine del XIX secolo, il disegno del gioiello era maturo per una drastica trasformazione il gioiello infatti, stagnante, spogliato di valore artistico dall’era industriale, necessitava da molto tempo di un’iniezione di talento fresco.
Con l’Art Nouveau, si ebbe una vera e propria “rinascenza”, visibile sia nei materiali che nelle tecniche utilizzate dagli orafi.
Tra i gioiellieri francesi, René Lalique (1860-1945) può senz’ombra di dubbio essere considerato come una delle più grandi personalità nel campo del gioiello Liberty, un vero e proprio modello. Egli, trascorse gran parte della sua vita a Parigi e fu essenzialmente un disegnatore naturalista, innamorato della natura, ma sempre alla ricerca di forme nuove.
Per Lalique, come per gran parte degli artisti Liberty, la natura fu dunque lo spunto, stimolo da cui partire alla ricerca di nuove forme, di nuovi motivi nati dall’elaborazione e non dalla copia di elementi naturalistici. A Lalique spetta infatti il merito, di aver dato avvio al rinnovamento del gioiello che sfociò poi nell’Esposizione parigina del 1900, che decretò il successo dell’Art Nouveau.
a cura della Dott.ssa Lauretta Franchini