Redazione – L’intelligente richiamo di Henry Vargas Holguín sul perché a Messa non bisogna prendersi per mano durante il Padre nostro o alzare le mani al cielo, ha fatto riscontrare una forte attenzione popolare. Sempre su queste tematiche elementi di chiarezza riguardo allo scambio della pace durante la Messa vennero analizzati in un nostro precedente articolo inerente la posizione di Papa Ratzinger nella indicazione di “moderare” le effusioni durante lo scambio della pace. Ma anche una circolare approvata da Papa Francesco nello scorso giugno contiene elementi in cui si indica la necessità che nello scambio della pace si evitino: l’introduzione di un canto della pace inesistente nel rito romano; lo spostamento dei fedeli dal proprio posto; l’abbandono dell’altare da parte del sacerdote per dare la pace ad alcuni fedeli. Inoltre, si raccomanda di evitare che in alcune circostanze – come le solennità di Pasqua o Natale, i battesimi, le prime comunioni, le cresime, i matrimoni, le ordinazioni sacerdotali, le professioni religiose, le esequie – il darsi la pace sia occasione per felicitarsi o per esprimere condoglianze tra i presenti. Orbene, al di la’ degli aspetti teorico-pratici, volendo dire la verità pura; il segno della pace assume connotazioni di imbarazzi, finzioni, e costituisce anche un ottimo veicolo di trasmissione dei virus infettivi. Se la cristianità fosse pura, non vi sarebbe bisogno di stare sempre a testimoniare la pace col vicino di banco, in quanto lo stato di pace generale, di perdono e di solidarietà dovrebbe costituire una specie di servizio permanente effettivo. E quindi capita di dover dare la mano a chi fino a pochi istanti prima ci si soffiava il naso, o la portava nella bocca per parare i colpi di tosse a ripetizione che imperversano durante le Messe invernali. Un imbarazzo che non ha nulla a che vedere con il vero segno di pace cristiana che dovrebbe rappresentare. Non darlo sembra una scortesia, e quindi ci si trova ad evitare gli incroci di mano, non si sa dove girarsi, se a destra, da sinistra, verso il banco dietro o quello avanti. Poi altri confedeli che nel contempo dovessero incrociare lo sguardo dispensano invece sorrisi accattivanti, atti a significare la pace in sostituzione della stretta di mano. Bene così, forse un sorriso anche se forzato nel grigiore espressivo della vita di tutti i giorni, potrebbe risolvere il problema. Sarebbe piu’ garbato ed efficace. Quanto alla congiunzione delle mani al Padre Nostro anche quello è piuttosto fuori luogo, il momento di preghiera è individuale, il e questa gestualità di comunione assume anch’essa una finzione coreografica tutta particolare.