Un decreto tanto atteso che non ha mai visto la luce e fondi previsti solo sulla carta. Le ragioni del ritardo digitale italiano sono molte, il problema è che gli altri paesi europei invece corrono e alcuni settori strategici, dalla medicina alle comunicazioni, rischiano di pagare un conto salato in termini di competitività.
Tutta colpa di un sonno durato molti governi, in cui si è fatto poco per incentivare le nuove reti e i servizi di uno Stato digitale. Il primo cambio di passo forse si può datare a cavallo tra l’ultimo Berlusconi e Monti.
Ecco, bene o male ci siamo svegliati. Ma dobbiamo ancora fare molta strada. La chiarezza dell’Italia è quasi solo nelle strategie che abbiamo ideato per recuperare i ritardi. Non altrettanto chiari sono i fatti e le azioni concrete.
A marzo la Presidenza del Consiglio ha approvato il piano banda ultra larga, con 6,6 miliardi di euro di fondi pubblici per dare connessione a 30 Megabit (in realtà almeno 50 Megabit) a tutta la popolazione e i 100 Megabit al 50-85 per cento, entro il 2020. Di questi soldi, sono certi solo i circa 2 miliardi di euro di fondi europei già stabiliti l’anno scorso con l’accordo Stato-Regioni. Per altro, con il grosso nodo che solo 300 milioni sono destinati al Centro-Nord (per via delle ripartizioni previste dai Fondi Strutturali europei).
Ciò che è mancata finora, in altre parole, è la coesione dei diversi attori per marciare assieme verso un obiettivo Paese. Ci sono i primi segnali che nei prossimi mesi andrà meglio, anche in questo senso, grazie a un ruolo più forte di Cassa Depositi e Prestiti ed Enel e ad una risoluzione dei nodi con Bruxelles. Ma è ancora è davvero presto per considerarci salvi dal grande rischio di finire inchiodati a una era preistorica rispetto ai paesi concorrenti.
Il traguardo è un Gigabyte al secondo.
Connessioni a 1 Gigabit diventano sempre più comuni in Giappone, Corea del Sud, Hong Kong, Singapore e – più di recente – negli Stati Uniti, dove ora sono 40 le città in 13 diversi Stati ad aver fatto il salto a 1 Gigabit (altre 200 seguiranno). Molte delle applicazioni sono basate sul video. Ne è convinta Google che sta vendendo connessioni a 1 Gigabit negli Usa. Per esempio sostiene che c’è bisogno di 1 Gigabit per vedere via internet film 4K (4 mila pixel di risoluzione: ultra alta definizione = HD ) oppure più di un film ad alta definizione, senza alcun problema di qualità.