Redazione sport – Il volto bronzeo di Tavecchio, di cui i tifosi italiani non conoscono memmeno il nome di battesimo, è lì in conferenza stampa ad annunciare l’estromissione di Ventura commissario tecnico della Nazionale di calcio, capro espiatorio di una debacle senza precedenti per la nazionale italiana di calcio. Il tono dell’annuntio vobis è con voce flebile, e di quelle che sembrano anche prendersi gioco del popolino e per restare in sella a rilanciare il calcio italiano. Ma ci chiediamo come possa rilanciare qualcosa qualcuno che lo ha distrutto? Gli equilibri della politica non fanno eccezione ed anche nel mondo del calcio il malessere tutto italiano appare in tutto il suo splendore. Nella prima repubblica, gli statisti di un tempo non avrebbero mai consentito al capo dello sport più amato di prendere in giro il tifo nazionale. Oggi tutto è consentito a tutti, ed il vero responsabile quando si sbaglia è sempre il vertice. Se Ventura ha sbagliato, qualcuno lo avrà scelto, e Tavecchio non può liquidare dicendo “che non si ha più necessità dei suoi servizi”… dopo cene, pranzi, luculliane trasferte vissute insieme. Ecco il malessere italiano, in cui l’esercizio delle dimissioni non è contemplato e dove ad oltranza si sfida un sistema, quello del popolo che poi si lamenta ma non agisce. Le nondimissioni di Tavecchio sono gravissime e sono un oltraggio al calcio italiano, una beffa che gli consentirà di continuare a percepire aurei compensi e di godere di molti privilegi. Se perfino il presidente del Coni, Malagodi, mite di natura si era espresso consigliando dimissioni, e compreso il Ministro dello Sport… ma le orecchie da mercante con occhi foderati al prosciutto, compiono lo sfregio. Come nulla fosse. La delusione probabilmente è solo per i tifosi, e anche per qualche calciatore che vede sfumare tanti bei compensi nel gioco dei mondiali. L’Italia non sarà ai mondiali. Per colpa di questi figuri non potremmo vivere quell’adrenalina domestica, che ci faceva ritrovare anche solo intorno ad un pallone un senso di unità nazionale, superando le divisioni e trovando nella forza del calcio italiano le ragioni che uniscono. Stavolta guarderemo gli altri, ci sarà meno economia, ma tanto per il nostro Tavecchio nazionale, che potrebbe anche essere nominato Ministro alla prossima legislatura, nulla cambia. Ed è extraomnes solo per Ventura. Ed ora guardiamo al futuro, scurdammoc’ o passat, e addà passà a nuttat.