Sapori, colori, culture differenti che si incontrano e si confrontano. Tutto questo è Expo Milano 2015. L’esposizione universale che ha sede a Milano, è arrivata lo scorso week-end al giro di boa e dopo tre mesi di manifestazione il bilancio degli organizzatori non può che essere positivo, nonostante le critiche che hanno tenuto banco nei mesi antecedenti l’apertura. Lo stesso Giuseppe Sala, commissario unico di Expo, in un’intervista al Corriere della Sera ha espresso la sua soddisfazione per i risultati raggiunti in questo primo trimestre. Quella stessa soddisfazione che traspare dalle espressioni delle migliaia di visitatori che quotidianamente passeggiano per il decumano e rimangono di sasso di fronte all’accuratezza e alla maestosità di alcuni padiglioni.
“Nutrire il Pianeta, Energie per la vita”, questo il tema scelto per la manifestazione, che ogni paese ha recepito e interpretato a proprio modo, tutti comunque puntando su un denominatore comune: il futuro della nostra Terra e soprattutto dei nostri figli. “Non abbiamo ereditato la terra dai nostri padri, ma la abbiamo presa in prestito dai nostri figli”. Questa la frase che caratterizza una delle pareti del Padiglione Irlanda e che esprime al meglio questo senso di urgenza che si sente quando pensiamo al futuro della nostra terra. Considerazioni che alla luce dei sempre più frequenti disastri ambientali, non sono più procrastinabili. Ecco che allora Expo 2015 è occasione di confronto, dialogo, su un tema che ci riguarda da vicino, che coinvolge tutti, indistintamente. Un tema che viene preso in esame anche a Palazzo Italia, con l’attenzione dei visitatori catalizzata su un percorso che valorizza le bellezze dello stivale, con un occhio di riguardo però alle stragi del passato, perché siano da monito per il futuro.
Che cosa lascerà in eredità Expo?
A livello architettonico, sicuramente poco. Sembra che l’unico padiglione a rimanere in piedi sarà Palazzo Italia, anche se si sta discutendo sull’eventualità di lasciare intatto anche il Padiglione Zero, che ha riscosso l’apprezzamento di molti visitatori. A livello critico, si spera, Expo lascerà tanto. La manifestazione ha contribuito a concentrare l’attenzione di tutti sulle tematiche ambientali e la Carta di Milano è senza dubbio il risultato migliore in questa direzione. Il documento, che verrà presentato all’Onu, si propone la realizzazione di alcuni obiettivi fondamentali, a partire dalla “Sfida Fame Zero”, l’iniziativa lanciata dal segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, per arrivare alla difesa di acqua e terra, passando per una migliore educazione alimentare e la spinta alla ricerca e all’innovazione.
Certamente una strada lunga, ma che non possiamo esimerci dal percorrere. Una strada che Expo, con i suoi colori e la sua vivacità, sta contribuendo a tracciare. Starà a noi perseguirla anche quando i cancelli dell’Esposizione Universale si chiuderanno.