Il Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, l’aveva dichiarato a maggio pubblicizzando la delibera approvata dalla giunta regionale. «Eradicheremo l’epatite C in Toscana nel più breve tempo possibile». Facendo in modo di acquistare, tramite servizio sanitario regionale, con uno stanziamento di 60 milioni di euro in tre anni, i costosissimi farmaci brevettati delle aziende farmaceutiche AbbVie e Gilead, due dei quattro colossi farmaceutici e venduti nel mondo a costi elevatissimi, unici ad oggi a garantire guarigioni superiori al 90% dei casi.Una malattia questa che richiede due trattamenti. Uno è quello per il virus genotipo 1 che costa 27 mila euro e l’altro altro per il virus genotipo 2 che costa 24 mila euro. la Regione Toscana aveva indetto una gara al prezzo di base d’asta di 3300 euro per entrambi i trattamenti, ma AbbVie, aveva rifiutato l’offerta poiché l’azienda farmaceutica aveva concordato il prezzo ( quello descritto sopra) con Aifa (l’agenzia nazionale del farmaco). Il governatore non si è scoraggiato ed ha presentando due esposti, il primo in procura e l’altro all’Autorità garante della concorrenza, ipotizzando reati gravissimi. Tra questi l’omissione di cura e la lesione dell’integrità psico-fisica e l’alterazione anatomico-funzionale dei pazienti toscani. Perché, come si legge nell’esposto «è comprovata la capacità di quei farmaci di eradicare l’infezione».