Terni – Il presidente della regione Umbria, Catiuscia Marini, ha illustrato i termini della manovra regionale di bilancio, che è di circa tre miliardi e più della metà di queste risorse vanno in sanità.
“Malgrado i tagli della legge di stabilità 2016 – spiega Marini – e i vincoli derivati dal rispetto del pareggio di bilancio, la Regione Umbria mantiene gli equilibri di bilancio e l’affidabilità dei conti, all’interno di una invarianza della pressione fiscale”.
Quindi Marini entra nel dettaglio delle risorse messe a disposizione dal bilancio regionale 2016, “che ammonta a due miliardi 940 milioni di euro di cui un miliardo e 809 milioni per la sanità, punta a garantire ‘in toto’ – sottolinea Marini – il cofinanziamento dei programmi comunitari, a non ridurre le politiche di welfare e di coesione che sono alla base della nostra idea di sviluppo, a fare scelte importanti nel settore dei trasporti e in quello del turismo e delle politiche culturali”.
Le rimanenti risorse saranno destinate per oltre 470 milioni ai servizi istituzionali, generali e di gestione; 162 milioni ai trasporti e al diritto alla mobilità, di cui 104 del fondo trasporti; 28 milioni all’istruzione e al diritto allo studio; 20 milioni per la tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali, destinati anche al sostegno di istituzioni culturali, come il Teatro stabile dell’Umbria, dalle quali altri soci pubblici si sono via via defilati; circa 30 milioni per l’assetto del territorio ed edilizia abitativa; 62,2 milioni per lo sviluppo sostenibile e la tutela del territorio; circa 68 milioni per lo sviluppo economico e la competitività; 50 milioni per le politiche per il lavoro e la formazione professionale; 49,5 per l’agricoltura, le politiche agroalimentari e la pesca; 13,5 milioni per le relazioni con le altre autonomie territoriali e locali, come le comunità montane e l’agenzia della forestazione; 18 milioni per politiche sociali e famiglia, confermando 4 milioni di euro per la non autosufficienza che, insieme alle risorse statali porta il fondo a quasi 10 milioni di euro.
Marini ha quindi ribadito gli effetti della legge di stabilità nazionale del 2016: “visto che complessivamente prevede oltre due miliardi di tagli per il 2016, che si sommano agli effetti delle precedenti manovre per ulteriori 4,2 miliardi, portando il totale dei tagli a 6,3 miliardi di euro per le regioni. Senza dimenticare che il principio del pareggio di bilancio impedisce l’utilizzo dell’avanzo vincolato, se non a scapito delle altre spese di competenza”.
“La Regione Umbria – spiega Marini – presenta una situazione di complessiva solidità finanziaria, frutto di scelte orientate alla prudenza, rafforzata dal significativo margine di potenzialità fiscale disponibile. La Regione ha sempre rispettato il patto di stabilità interno, ha utilizzato la propria capacità di indebitamento al di sotto del limite consentito dalla legge, non ha mai fatto ricorso ad anticipazioni di tesoreria, non è stata mai sottoposta ai piani di rientro in sanità, non è mai stata mai stata destinataria di segnalazioni della Corte dei Conti per squilibri di bilancio, presenta una situazione di tesoreria priva di criticità, rendiconti regionali sempre parificati. La Regione non ha mai agito sulla leva fiscale, tanto che la pressione fiscale regionale è rimasta di fatto inalterata nell’ultimo decennio.
Infatti abbiamo cancellato tutte le tasse di concessione, ad eccezione di caccia, pesca e raccolta tartufi; non abbiamo mai applicato l’imposta regionale sulle emissione sonora degli aerei; non abbiamo aumentato la tassa automobilistica; abbiamo applicato al minimo di legge l’addizionale regionale al gas metano; abbiamo ridotto in maniera selettiva l’Irap”.
Inoltre sottolinea Marini ci sarà una “ulteriore razionalizzazione delle spese di funzionamento dell’ente, e sono così quattro anni che facciamo azioni consistenti in questo senso, pur tenendo conto quest’anno dell’impatto della riforma delle province. Senza considerare il personale arrivato dalle Province, la spesa per il personale della Regione è di 58,2 milioni di euro nel 2016, in costante diminuzione negli ultimi anni”.