Roma – Si vota solo di domenica. Dopo una settimana di annunci e di interminabili discussioni c’è il contrordine: nessuna novità sulla durata dell’apertura dei seggi. Tutto resta come prima e non si voterà anche di lunedì. Né a partire dalle imminenti amministrative del 5 giugno, né in occasione del referendum sulla riforma costituzionale del prossimo ottobre.
Il Ministro degli interni, Angelino Alfano, aveva invece annunciato l’intenzione di far uscire dall’ultimo Consiglio dei ministri un provvedimento che avrebbe riportato all’antico, facendo cioè durare le votazioni due giorni. Una pratica superata oramai da parecchie tornate elettorali anche per ragioni di risparmio. Anche il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, aveva fatto capire di essere d’accordo.
Poi, invece, è giunta la virata di 180 gradi e la decisione di non farne di nulla e lasciare tutto com’è. Grazie ad alcuni giornali si viene a sapere che il cambio d’idea potrebbe essere frutto, non solo delle tante polemiche emerse sempre più accalorate, anche per un atteggiamento polemico nei confronti delle opposizioni che prima avrebbero chiesto l’estensione del voto al lunedì e poi si sono aggregati ai critici della proposta di Alfano. L’idea del governo era stata da molti interpretata come un tentativo di Matteo Renzi di favorire la partecipazione degli elettori al voto, in particolare per quanto riguarda il referendum costituzionale al cui successo egli ha addirittura legato la sua permanenza in politica. Però ahinoi, il ballo del pinguino, avanti, indietro, avanti…è tornato indietro.