La linea del PD resta quella delle primarie aperte e chi perde lavora per la squadra, non scappa con il pallone: la regola coniata da Matteo Renzi dopo il caso Liguria, quando il perdente Sergio Cofferati lascio’ il partito, e’ ancor piu’ valida oggi, alla vigilia della prova delle amministrative in citta’ importanti come Roma, Milano e Napoli. E su Milano si e’ concentrata l’attenzione del premier questa mattina, durante il vertice con Giuliano Pisapia, alla presenza della vicesindaco Francesca Balzani, dei due vice segretari, Lorenzo Guerini e Debora Serracchiani. La linea e’ quella di andare avanti con primarie aperte, l’ex commissario di Expo, Giuseppe sala, sara’ della partita, ma non godra’ di ‘passpartout’ di sorta provenienti dal Nazareno. Una linea che sembra non dispiacere nemmeno alla minoranza del partito: “Primaria aperte, bene. C’e’ il rischio di un assalto del centro destra ai gazebo? Io, tempo fa, avevo proposto l’albo degli elettori. Ma non credo, comunque, che si corra questo rischio: Milano e’ una citta’ dall’elettorato molto maturo”, ha detto Pierluigi Bersani. Il commissario, a margine di un incontro a Milano, ha potuto rivendicare una profonda conoscenza della citta’, sebbene accompagnata da una scarsa dimestichezza con la politica: “Non sono ancora un poitico, ma la mia conoscenza della citta’ e’ fuori discussione”, sono state le sue parole. Tutto bene allora? Tutt’altro: la formula di “primarie aperte”, utilizzate in una nota del Pd che ha fatto seguito all’incontro, contiene sottotraccia la possibilita’ che di scontro si tratti tra il candidato del partito, Sala, e quello del sindaco uscente. Perche’ Pisapia un nome ce lo ha ben chiaro in testa ed e’ quello di Francesca Balzani, attuale vicesindaco che, tuttavia, non ha sciolto ancora la sua riserva sulla volonta’ di scendere in campo. Il terzo della partita sara’ Francesco Majorino, nome su cui punta la sinistra dem.
(AGI) .