di Antonio Agosta (Redazione di Sicilia)
«Non dovevano essere lì. È stato un tragico errore». Con queste parole è stata giustificata la morte di 12 turisti messicani e il ferimento di 10 persone durante un tour organizzato dall’agenzia turistica, dalle forze della sicurezza egiziana nel corso di un blitz anti-Isis, un’operazione congiunta tra polizia ed esercito.
I turisti viaggiavano su quattro autobus nella zona proibita dell’area di Al-Wahat, nel deserto occidentale, porta d’ingresso sulla Libia, occupata dai militanti appartenenti all’Isis. Come risposta all’accaduto, il portavoce del ministero egiziano al turismo, ha dichiarato che la guida non possedeva i permessi e non avevano informato le autorità dei loro spostamenti, perché in questi casi è sempre prevista un’autorizzazione specifica. Le notizie rilasciate dall’ambasciatore messicano sono contraddittorie, perché le guide erano locali e conoscevano bene le zone a rischio.
Claudia Ruiz Massieu, il Ministro degli Esteri messicano, ha contattato l’ambasciatore egiziano per aprire un’inchiesta in merito al fatto e ottenere il sostegno dalle autorità egiziane.
Intanto il Capo dello Stato ha ampliato il personale all’ambasciata nella capitale egiziana per accudire i feriti e i familiari delle vittime ricoverate nell’ospedale Dar el-Fouad, per evitare un caso diplomatico.