Roma – Oggi è la domenica delle Palme, e con questa celebrazione ha inizio di fatto la settimana Santa che ci condurrà fino alla Pasqua di Resurrezione. Non termina però la Quaresima che finirà solo con la celebrazione dell’ora nona del giovedì santo, giorno in cui avrà inizio il triduo Pasquale. Nella forma ordinaria del rito romano essa è detta anche domenica De Passione Domini . Nella forma straordinaria la domenica di passione si celebra una settimana prima, perciò la Domenica delle palme è detta anche “seconda domenica di passione”. Questa festività è osservata non solo dai cattolici, ma anche dagli ortodossi e dai protestanti. In questo giorno la Chiesa ricorda il trionfale ingresso di Gesù a Gerusalemme in sella a un asino, osannato dalla folla che lo salutava agitando rami di palma. La folla, radunata dalle voci dell’arrivo di Gesù, stese a terra i mantelli, mentre altri tagliavano rami dagli alberi intorno, e agitandoli festosamente gli rendevano onore.
Papa Francesco presiede, in piazza San Pietro, la messa della Domenica delle Palme. Al centro della piazza, presso l’obelisco, il Papa ha benedetto le palme e gli ulivi e, al termine della processione, ha raggiunto il sagrato per celebrare la messa. I celebranti indossano la casula rossa, e il Papa usa un pastorale di legno d’ulivo. Alla celebrazione prendono parte, in occasione della ricorrenza diocesana della XXXI Giornata mondiale della gioventù, sul tema ‘Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia’ giovani di Roma e di altre diocesi, come preludio della Giornata mondiale della gioventù 2016 che si terrà dal 26 al 31 luglio a Cracovia (Polonia). “L’amore vero consiste nel servizio concreto”. Così Papa Francesco durante l’omelia: “Gesù si è umiliato e l’abisso della sua umiliazione, che la Settimana Santa ci mostra, sembra non avere fondo. Il primo gesto di questo amore ‘sino alla fine’ è la lavanda dei piedi. ‘Il Signore e il Maestro’ si abbassa fino ai piedi dei discepoli, come solo i servi facevano”. “Può sembrarci tanto distante il modo di agire di Dio, che si è annientato per noi, mentre a noi pare difficile persino dimenticarci un poco di noi”, avvisa il Pontefice. Poi il Papa ha ricordato che proprio come nel caso di Gesù “che ha provato sulla sua pelle l’indifferenza”, “in tanti non si vogliono assumere responsabilità sul destino dei profughi e dei rifugiati”.