Il 27 ottobre 2017 resterà negli annali della storia della nazione spagnola e dell’umanità. Il Parlamento catalano infatti ha approvato la dichiarazione di indipendenza. Fiumi di indipendentisti stanno festeggiando in piazza a Barcellona, ed il clima è apparentemente sereno. Ma non si sono fatte attendere le reazioni, la corte costituzionale ha avviato subito il procedimento di contestazione della risoluzione ed il governo spagnolo si appresta a dichiarare a sua volta la destituzione del premier catalano. Una vicenda non certo semplice che può trovare alla base sicuramente le ragioni di una dichiarazione di indipendenza che però potrebbe costituire un pericoloso precedente a livello europeo ed internazionale. Probabilmente il Presidente Rajoy avrebbe preferito risolvere la questione in maniera diversa anche eventualmente accettando per quieto vivere la posizione catalana. Ma la ragion di stato non lo consente, e probabilmente anche lo stesso leader catalano Puigdemont non pensava di arrivare a questo punto di non ritorno. Si è inzialmente alzato il tiro per trattare, per conquistare e per ottenere acquisendo forza dal popolo per un tavolo di trattativa. Poi però il popolo ha cavalcato l’indipendenza in maniera forte, inaspettata. Cosicchè il loro leader a questo punto non aveva altra scelta se non proseguire rischiando in prima persona. Ebbene ora il governo spagnolo lo dovrà destituire, forse anche arrestandolo. E che cosa accadrà… una guerriglia urbana non è da escludere e ai tempi del terzo millennio avanzato non è certo una cosa buona sul panorama europeo. Ma tutte le nazioni dell’unione non hanno scelta, anche se c’è qualcuno che comprende le ragioni catalane, le stesse non possono di certo essere appoggiate. Il rischio precedente è pericoloso e potrebbe contagiare anche altre nazioni. Lo vediamo anche in Italia, seppure ovviamente in ambiti ed aspetti diversi vediamo regioni a statuto speciale, pronunciarsi sempre su una maggiore autonomia come nel caso del Veneto. Ma vedremo ora cosa accadrà in Spagna.