E’ morto a Milano Dario Fo, attore e drammaturgo, premio Nobel per la letteratura nel 1997. Fo aveva compiuto 90 anni lo scorso 24 marzo. Dario Fo era ricoverato da una quindicina di giorni all’ospedale Sacco di Milano. Le sue condizioni di salute erano peggiorate nelle ultime ore. Fo era stato attivo fino all’ultimo, il 20 settembre scorso aveva presentato a Milano il suo ultimo libro ‘Darwin’ dedicato al padre dell’evoluzionismo.
Nato a Sangiano in provincia di Varese il 24 marzo del 1926, aveva una personalità poliedrica: è stato autore teatrale, scenografo, scrittore, attore, regista, fine illustratore, amava dipingere e ha portato avanti questa sua passione fino agli ultimi giorni. Dal 5 agosto al 15 settembre scorso a Cesenatico, rifugio creativo di Fo, nel Palazzo del Turismo, aveva esposto dipinti, opere grafiche, bassorilievi, sculture e pupazzi creati dall’artista e accompagnati da testi collegati al suo ultimo libro ‘Darwin’.
Innumerevoli i messaggi di cordoglio da esponenti del mondo della politica, della cultura e dello spettacolo.
“Regioni.it” ha raccolto le testimonianze dei Presidenti delle Regioni.
“La scomparsa di Dario Fo è una grande perdita per il Paese e provoca un immenso dolore anche nella comunità emiliano-romagnola”, così il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, e l’assessore regionale alla Cultura, Massimo Mezzetti. “Per i suoi grandi meriti artistici e letterari, per i suoi talenti, assolutamente unici e inimitabili, ma anche perché con la nostra terra ha da sempre avuto un rapporto speciale, sancito dal suo amore per la riviera romagnola, Cesenatico in particolare, dove aveva la sua casa per le vacanze e in cui era solito passare lunghi periodi. Un amore ricambiato, e lo ricorderemo anche per questo. Ci stringiamo ai suoi familiari esprimendo un cordoglio sincero”. “E’ una notizia che scuote il mondo della cultura internazionale– concludono Bonaccini e Mezzetti — e che suscita profonda emozione anche in Emilia-Romagna: anche di recente, con la mostra su Darwin al palazzo del Turismo di Cesenatico, aveva contribuito ad arricchire la vita culturale di questa regione. Ci mancherà più di quanto si possa immaginare”.
“Addio al Sommo Giullare, uomo libero, grande lombardo””. Roberto Maroni, presidente della regione Lombardia, ha salutato con un tweet Dario Fo, scomparso. “”Nobel meritato – prosegue il cinguettio – ha dileggiato il potere restituendo la dignità agli oppressi”. Poi una nota congiunta con l’assessore regionale alle Culture, Identita’ Autonomie, Cristina Cappellini, in cui il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni ha ricordato soprattutto il ruolo dell’artista nella divulgazione dei dialetti. “Milano e la Lombardia, oltre che il Paese, dicono addio non solo a una indiscutibile figura di spicco del panorama culturale internazionale, ma anche a un grande cultore e divulgatore delle lingue locali. Il suo ‘Mistero buffo’, per il quale si è avvalso di una mescolanza dei vari dialetti della Pianura padana, è un evidente esempio di come ha saputo nobilitare le lingue dei padri, ineludibile rimando alla storia e alle radici, con il merito – concludono Maroni e Cappellini – di farle approdare sui più grandi palcoscenici del mondo”.
Vincenzo De Luca, presidente della regione Campania, su twitter annota: “Addio a Dario Fo. Un maestro, un artista autentico, una grande protagonista nel mondo della cultura italiana”.
“Conosceva l’Umbria nella sua intima identità, nella sua immensa spiritualità, nello splendore dell’architettura medioevale. E l’ha amata come fosse la sua terra. Per questo gli dobbiamo essere grati e dirgli grazie. E non soltanto perché qui, in questa terra, ad Alcatraz, nelle campagne di Gubbio, ha vissuto, lavorato con l’indimenticabile compagna della sua vita e grande artista Franca Rame, e con il figlio Jacopo”. Lo ricorda così Dario Fo la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, esprimendo il suo più profondo cordoglio – anche a nome di tutta la Giunta regionale – per la scomparsa del premio Nobel per la letteratura, inviando anche un affettuoso abbraccio a suo figlio Jacopo. “Il legame di Dario Fo con l’Umbria – scrive la presidente – era antico e molto stretto. Un legame che ha pervaso, e influenzato, tantissimo della sua ricerca e opera teatrale e letteraria. Ogni opera di Dario Fo, infatti – fino alla bellissima messa in scena dello spettacolo “Lu santu jullare Francesco” – era intrisa della spiritualità della nostra terra. Ma anche della sua cultura, della sua storia urbanistica, delle sue Chiese e Cattedrali, della pittura – da Giotto a Cimabue – dell’antica lingua umbra che Dario Fo aveva scelto per narrare, per denunciare, attraverso la vita di Francesco, o quella di Jacopone da Todi, le brutalità di una società contemporanea che spesso piega ai suoi interessi la vita dei cittadini”. “Ho conosciuto, ed amato l’opera di Dario Fo – aggiunge – sin da ragazza, ma successivamente, prima da sindaco di Todi e poi da presidente della Regione, ho avuto il privilegio e la fortuna di poterlo conoscere più da vicino. Chi di noi, che ha amato il teatro, non ha vissuto la emozionante esperienza di sedere alle tavole di legno della Libera Università di Alcatraz, e veder girare tra i tavoli Dario Fo e Franca Rame e con loro intrattenersi a parlare, discutere di teatro, politica e quant’altro?”. “Tra i tanti ricordi – prosegue Marini – ce n’è uno che conservo con profonda simpatia e che dà la misura della straordinaria personalità di questo uomo umile e al tempo stesso un ‘gigante’ della cultura italiana: giovane sindaco di Todi sento bussare alla porta del mio ufficio. Apro e mi trovo di fronte lui, Dario Fo, già premio Nobel per la letteratura. Era venuto per invitarmi a visitare – e soprattutto studiare – il Duomo della città ed il Tempio di San Fortunato. Mi piace ricordarlo così e rinnovargli il sentimenti di profonda gratitudine che, sono certa, provano oggi tutti gli umbri”.
“Con la morte di Dario Fo scompaiono uno scrittore, un drammaturgo, un regista, un attore, uno scenografo un attivista politico e un pittore”. Così il presidente del Piemonte, SergioChiamparino che aggiunge: “Dario Fo era un artista totale, capace di padroneggiare tutti i linguaggi e di essere dirompente in ogni palcoscenico da lui calcato, dai più grandi teatri alle dirette televisive. Nella sua opera, e nella sua vita, arte e politica si sono fuse in una continua e allegra sfida a convenzioni e falso moralismo”, ha concluso il presidente del Piemonte.
“Si tratta di una perdita vera per il Paese, un’anima critica, che non ha mai rinunciato a criticare l’esistente, chiedendo cambiamenti profondi, al di la’ delle sue appartenenze politiche”. Cosi’ Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, a Bruxelles in occasione della settimana europea delle regioni Rossi riconosce a Dario Fo “una grande capacita’ di parlare agli italiani e ai giovani”. “Da giovane e’ stato un punto fondamentale di riferimento anche per la mia formazione”, conclude Rossi.
“Un artista che è stato innanzitutto un uomo libero, che nella sua carriera non ha mai rinunciato all’impegno civile”. Così la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani ha ricordato Dario Fo nel giorno della sua scomparsa. “Il Friuli Venezia Giulia – ha continuato Serracchiani – è terra capace di creare e vivere con intensità importanti esperienze culturali: ricorda il Dario Fo ‘provocatore’ negli anni ’70 a Pordenone, così come le rappresentazioni e le occasioni di studio che hanno recentemente nobilitato teatri ed eventi regionali, dal Mittelfest al Teatro stabile di innovazione di Udine al Politeama Rossetti di Trieste”. “Eclettico animatore della scena nazionale, è stato una presenza mai banale e sempre indirizzata, spesso con cruda ironia, a risvegliare le coscienze di fronte alle diseguaglianze e alle distorsioni della società. Come pochi, ha saputo fondere con sincerità arte e impegno sociale e politico, tentando di scuotere e migliorare l’Italia”. “Lo scontro con la censura e il prezzo pagato dell’ostracismo televisivo appare oggi una tappa quasi segnata per un artista ‘contro’, oltre che un’ingiustizia poi ampiamente compensata – ha concluso Serracchiani – dal Premio Nobel per la letteratura che gli venne attribuito nel ’97”.
“Oggi piangiamo la scomparsa di un grande protagonista della cultura italiana”, lo ha dichiarato il Presidente della Puglia, Michele Emiliano. “La grandezza di Dario Fo forse impareremo ad apprezzarla ancora di più col passare del tempo, quando avvertiremo l’assenza di una voce, di un’energia, di un talento e di un impegno artistico come pochi ce ne sono stati nei tempi moderni. Alla famiglia – ha concluso Emiliano – le mie personali condoglianze e quelle dell’intera comunità pugliese”.
“Si tratta di una perdita vera per il Paese, un’anima critica, che non ha mai rinunciato a criticare l’esistente, chiedendo cambiamenti profondi, al di la’ delle sue appartenenze politiche”. Cosi’ Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, a Bruxelles in occasione della settimana europea delle regioni Rossi riconosce a Dario Fo “una grande capacita’ di parlare agli italiani e ai giovani”. “Da giovane e’ stato un punto fondamentale di riferimento anche per la mia formazione”, conclude Rossi.
“Un artista che è stato innanzitutto un uomo libero, che nella sua carriera non ha mai rinunciato all’impegno civile”. Così la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani ha ricordato Dario Fo nel giorno della sua scomparsa. “Il Friuli Venezia Giulia – ha continuato Serracchiani – è terra capace di creare e vivere con intensità importanti esperienze culturali: ricorda il Dario Fo ‘provocatore’ negli anni ’70 a Pordenone, così come le rappresentazioni e le occasioni di studio che hanno recentemente nobilitato teatri ed eventi regionali, dal Mittelfest al Teatro stabile di innovazione di Udine al Politeama Rossetti di Trieste”. “Eclettico animatore della scena nazionale, è stato una presenza mai banale e sempre indirizzata, spesso con cruda ironia, a risvegliare le coscienze di fronte alle diseguaglianze e alle distorsioni della società. Come pochi, ha saputo fondere con sincerità arte e impegno sociale e politico, tentando di scuotere e migliorare l’Italia”. “Lo scontro con la censura e il prezzo pagato dell’ostracismo televisivo appare oggi una tappa quasi segnata per un artista ‘contro’, oltre che un’ingiustizia poi ampiamente compensata – ha concluso Serracchiani – dal Premio Nobel per la letteratura che gli venne attribuito nel ’97”.
“Oggi piangiamo la scomparsa di un grande protagonista della cultura italiana”, lo ha dichiarato il Presidente della Puglia, Michele Emiliano. “La grandezza di Dario Fo forse impareremo ad apprezzarla ancora di più col passare del tempo, quando avvertiremo l’assenza di una voce, di un’energia, di un talento e di un impegno artistico come pochi ce ne sono stati nei tempi moderni. Alla famiglia – ha concluso Emiliano – le mie personali condoglianze e quelle dell’intera comunità pugliese”.