ITALIA – Tornato in libertà nel 2013 dopo aver scontato 22 anni di carcere, il killer di Montecchia di Crosara mette in guardia il ragazzo accusato di aver ucciso, lo scorso 4 marzo a Roma, l’amico Luca Varani e lo fa con una lettera pubblicata in esclusiva dal Giornale. “Non posso biasimarti per quello che hai fatto. Perché ho pensato di scriverti? Per egoismo. Aiutarti mi fa sentire finalmente migliore e mi aiuta a sconfiggere i fantasmi che alimentano i miei sensi di colpa. Non posso biasimarti per quello che hai fatto”scrive Maso, “Io sono stato peggiore di te, ma posso capire perché volevi ammazzare tuo padre. Un cupo e rarefatto istinto di rivalità per catturare tutto l’ affetto delle donne di casa e dimostrare di non essere solo il cucciolo fragile e indifeso”. Maso confessa di aver ucciso “solo per regolare le mie psicosi e sconfiggere i miei incubi. Da quell’abominevole attimo, la vita mi è sfuggita dalle mani per sempre“.
Da killer a killer. Omicidio Varani: Pietro Maso scrive a Manuel Foffo.
“Conosco bene la tua transizione e ciò che ti aspetta per molti anni ancora. L’isolamento, la disperazione, gli sputi in faccia degli altri detenuti e la durezza delle guardie. La voglia di suicidarti e l’illusione di svegliarti da un brutto sogno e tornare alla vita di sempre…Avrai molti psichiatri che ti squarteranno la mente e l’ anima, alcuni in buona fede per capire, altri solo per regalarti una normalità fittizia. Sarai l’obbrobrio da esibire come bersaglio per ogni riprovazione e il riferimento comune che mette tutti d’accordo nel disprezzo. Quanti giorni, mesi, anni trascorrerai in una cella, inseguendo le attese, l’indulgenza, una soluzione. Ci sarà il processo, la stampa, i lampi dei fotografi. I giudici, gli assistenti sociali, gli intellettuali d’ ordinanza ad intricarsi di te, delle tue emozioni più intime. Il peggio è che pure a fine corsa rimarrai la bestia feroce da escludere. Non ti illudere che sarai accettato o accolto”.(…)
Pietro Maso è ospite di una comunità di recupero dove cerca di guarire dalla dipendenza della cocaina. Foffo è invece nel carcere romano, settima sezione, cella 14.
(di Alessandra D’Andrea)