“Jan Van Eyck e John Constable; tanto distanti quanto vicini nel loro modo di rappresentare la realtà”
Apparteneva al rinascimento fiammingo “l’amore” per la rappresentazione estremamente dettagliata della realtà, una realtà traslata su tele in tutte le sue verità; il cui incanto veniva reso attraverso l’utilizzo della pittura ad olio che permetteva di sfumare le tinte in modo impercettibile, ottenendo un modellato continuo, concedendo una gamma più ampia di cromie e una brillantezza spiazzante di quest’ultime. Il segreto delle opere appartenenti a tale movimento artistico era dovuto alla stesura dei vari pigmenti:venivano alternati strati di colore coprente e corposo ad altri strati sottilissimi, detti velature, che giocano in trasparenza. é possibile osservare queste caratteristiche in una delle opere più importanti di Jan Van Eyck ( tra i massimi esponenti della pittura fiamminga) : “I coniugi Arnolfini”. Il dipinto raffigura il ritratto del mercante Giovanni Arnolfini accanto a sua moglie, all’interno di una stanza, nell’atto di pronunciare il giuramento di fedeltà matrimoniale. Spettacolare è senz’altro la resa estremamente realistica del soprabito in pelliccia dell’uomo, che toccato dalla luce risplende in tutte le sue particolarità, dando l’opportunità all’osservatore di poter quasi scrutare con accesa curiosità ogni elemento che compone il soprabito. Con la stessa attenzione vengono rappresentati il pelo del cane, posto vicino agli sposi e simbolo di fedeltà, l’abito della donna, la cui stoffa che compone il vestito sembra palpabile e il lampadario, posto in alto reso con tutte le sue decorazioni, adornato da una struttura complessa. Con il romanticismo inglese abbiamo un cambio di temi, rappresentati da uno dei maggiori esponenti: John Constable. Egli infatti predilige la rappresentazione di soggetti agresti. Si ispira dunque al rinascimento fiammingo, riprendendo così la deliziosa sintonia della luce che mette in risalto tutti i dettagli presenti all’interno delle sue opere. Analizzando il dipinto “Il mulino di Flatford” è impossibile non notare con quale mano delicata e minuziosa l’artista sceglie di realizzare il paesaggio estremamente reale, concedendo all’osservatore l’impressione di poter sentire suo e maneggiare gli elementi presenti del dipinto. Il pittore decide di rappresentare un ricordo felice della sua infanzia; il mulino della città nella quale nacque. A sinistra sono presenti alcuni ragazzi che eseguono manovre con barconi, lungo il fiume Stour, mentre sulla destra vi sono grandi alberi che aprono la visione a grandi distese di prati nei quali è possibile scorgere un contadino che cammina con la falce sulle spalle. A rendere maggiormente realistica l’opera è l’adorazione da parte di Constable della tecnica del colore locale che consiste nel ritrarre gli oggetti così come appaiono alla luce naturale e con tutte le alterazioni cromatiche che essi ricevono dal contesto ambientale. Possiamo affermare quindi l’importanza del passato, utile da analizzare per poter trarne insegnamenti, capendo così che il futuro non deve necessariamente abolire ciò che è stato.
(Morena De Luca)