“I pregiudizi uccidono”
Le donne, meglio identificate come “sesso debole” dominano da sempre la scena mondiale, considerate come bersaglio da colpire costantemente, ma non è mai ben chiaro quale sia il motivo e infine lo scopo. La violenza sia essa fisica o psicologica è ritenuta una violazione dei diritti umani, indicata in questo caso come violenza di genere, poiché rivolta verso un particolare soggetto, il sesso femminile; comprende qualsiasi atto che violi la libertà della persona arrecandole danni permanenti o meno. Ormai tema di dibattito costante nella vita di ognuno, poiché nessuno è esente da tale pratica di distruzione, costituisce un altro vero cancro nella società. Considerate in antichità delle streghe, poiché impure e punite perciò dal divino e dall’uomo, la storia parla non soltanto di vittime, ma anche di grandi donne che hanno segnato notevolmente un passato e continuano nel presente, gesta che però non vengono esaltate, o peggio ancora, neanche riconosciute. Perché tutto questo odio e disprezzo? sicuri sia perché le donne son il sesso debole, o è semplice timore che non sia affatto così? Le atrocità frutto di una cultura radicata troppo profondamente su concetti errati, macchiano continuamente un mondo forse troppo indietro per comprendere alcuni tratti fondamentali dell’esistenza stessa. Non viene compreso che così facendo ci si offende automaticamente, dimostrando un’intelligenza che in realtà non esiste, il posto di essa viene preso dall’egoismo, dal narcisismo, dalla voglia di prevalere, con i mezzi sbagliati e per un fine sterile. Spesso vien detto che la situazione odierna sia dovuta dal crollo di valori, valori che non hanno più vita in nessun luogo; ma siamo sicuri che la colpa sia solo esclusivamente di queste nuove generazioni troppo sconvenienti? Anticamente? anticamente non era affatto così, tutto era intriso di valori, morale e aggiungiamo tanta subdola ipocrisia. Queste cose hanno radici ben più profonde, non bisognerebbe cercare un capro espiatorio, inutile incolpare giusto per porre fine ad un qualcosa che poi fine non avrà! Necessario sarebbe prendere in considerazione i fatti che accadono e punire chi si sente in diritto di togliere la libertà ad un altro individuo o ancora più inconcepibile, la vita. La propria libertà termina nel momento in cui si intacca la libertà altrui, se si è stanchi delle situazioni, delle parole, dei gesti si può tranquillamente lasciare tutto e cercare altro, ma nessuno può decidere per altri, nessuno può impadronirsi della speranza e dei sogni che non gli appartengono. Non si è uomini facendo del male, gli uomini sono altri! Se sentite la necessità di avere una persona accanto a voi non bisogna contemplare minimamente la violenza. Quella persona ha paura e seppur vi ama lo stesso, poi l’amore con il tempo si spegne e muore, e l’amore, seppur spesso si afferma il contrario non è sofferenza, l’amore non è questo, altrimenti sarebbe stato denominato in altro modo!
(Morena De Luca)