Dall’ordine all’anarchia. Si esce fuori dagli schemi con un particolare interesse per l’eccesso
L’arte è sempre stato lo specchio della società; una società descritta nei suoi aspetti positivi e negativi, per questo il confronto tra i vari movimenti artistici può aiutarci a comprendere maggiormente, e far nostri, quegli aspetti determinanti le varie epoche. I due periodi presi in anali, quali: il classicismo e la scapigliatura, sottolineano nuovamente la presenza di società che non ammettono compromessi ed esaltano sempre e solo un unico aspetto. Il classicismo si diffuse nel ‘600, in tutta Europa; in campo artistico ed estetico è un movimento che consiste nell’attribuire, all’arte antica, un ruolo esemplare. Indica la tendenza ad una concezione universale della bellezza ideale, espressa attraverso l’ordine, l’equilibrio. l’armonia e la proporzione. Fin dal 1610 tale movimento andava affermandosi a Roma, fortemente sostenuto dal papato e dalle famiglie aristocratiche. Uno dei maggiori esponenti fu Guido Reni, che con una delle sue più importanti opere: “La strage degli innocenti”, presenta un esempio “dell’arte della compostezza”. Nell’opera vengono rappresentate cinque donne; in basso a terra sono presenti due di loro, una inginocchiata e attonita prega per i due bambini morti, posti a sinistra del dipinto, i cui corpi sono nudi, circondati e sporchi da chiazze di sangue, l’altra donna, con espressione terrorizzata, si volta verso il carnefice, che alzando il braccio destro, impugna un’arma, cercando di colpirla. Di fronte a tale figura colma di ferocia, si contrappone la figura della terza donna, che porgendo il braccio verso l’uomo cerca di fermarlo. Sullo sfondo sono presenti le ultime due figure femminili;a sinistra ella cerca di sfuggire al secondo carnefice, che con una mano la tiene per le chiome, mentre con l’altra tiene il pugnale con il quale intende sferrare il colpo fatale; mentre a destra l’ultima donna cerca di fuggire, anch’essa con il suo bambino tra le braccia, avvolto nel suo mantello in segno di protezione. Ma è ancor più, il volto nascosto nell’angolo a destra, a rendere davvero tutto l’orrore della scena. Sullo sfondo è presente un’architettura classica che delimita le figure. Dal cielo due angeli assistono all’accaduto porgendo la palma del martirio. I concitati gesti vengono bloccati, come in un fermo immagine, per permettere la raffigurazione dei corpi in tutta la loro perfezione e bellezza ideale. L’idealizzazione viene attuata anche riguardo gli stati d’animo dei singoli personaggi. Guido Reni riesce quindi, a rappresentare i principi del classicismo, dando voce ad un evento in cui la stessa drammaticità viene resa con estrema perfezione. Successivamente, facendo un salto di circa 350 anni, possiamo inoltrarci nella scapigliatura; movimento letterario che si sviluppa tra il 1860 e il 1880 a Milano. Il nome deriva dal romanzo di uno dei maggiori esponenti, Cletto Arrighi: “La scapigliatura e il 6 Febbraio”. Caratteristica predominante che accomuna gli scapigliati è il ribellismo, ossia il rifiuto dei modelli tradizionali e conformisti, e il tradimento degli ideali. Determinante nella scapigliatura, è il culto dell’eccesso, a scopo provocatorio. Le opere scapigliate sono costituite da un dualismo: da una parte tendono a sottolineare l’aspetto reale degli avvenimenti, descrivendo i tratti più degradanti; dall’altro vi è un forte interesse per l’irrazionale e il fantastico. La scapigliatura tende alla raffigurazione del brutto e deforme che sfocia poi nel patetico con lo sviluppo del bozzettismo e del figurinismo. Federico Faruffini grazie alla sua opera:” La lettrice” ci offre un chiaro esempio di tale movimento che influenzò non solo la produzione letteraria ma anche artistica. L’opera è una tela di carattere realista ma anche fortemente intimo. La posa della ragazza sembra quasi rubata, poiché posta di spalle, Clara, legge e fuma adagiata comodamente su di un divano, ignorando la presenza del pittore che la ritrae. Davanti alla donna, vi è un tavolo sul quale sono adagiati, in modo scomposto, altri volumi. Vi è quindi un totale sconvolgimento della realtà, che da maniaca perfezione giunge ad un’alterazione eccessiva e deforme.
Morena De Luca