“Guardando le stelle si esprimono desideri”
Lo sciame delle Perseidi, denominate erroneamente “Stelle cadenti” è nota come “Lacrime di San Lorenzo” o più comunemente come: La notte di San Lorenzo. Questo fenomeno è dovuto dalle sottilissime polveri lasciate dal passaggio annuale della cometa Swift-Tuttle, che la Terra incrocia in questo periodo, originando così uno spettacolo senza eguali; le scie che illuminano il cielo nella notte del 10 agosto, con picchi tra l’11 ed il 12 agosto, sono il risultato dell’impatto con l’atmosfera ad una velocità di 59 km al secondo, di polveri e detriti lasciati dalle comete durante la loro orbita attorno al Sole. A favorire l’eccezionale spettacolo saranno due fenomeni: la totale assenza della Luna, che lascerà spazio all’evento e l’influenza del pianeta Giove, che permetterà una cascata particolarmente ricca; infatti il gigante gassoso, attraverso la sua potenza gravitazionale ha spinto un maggior numero di particelle verso la Terra. La maestosità dell’ evento spesso non lascia spazio ad altre riflessioni, ma invece bisogna soffermarci ad analizzare la denominazione di questo avvenimento: notte di San Lorenzo; e bene, perché un fenomeno astronomico viene associato ad un santo? e perché proprio San Lorenzo? Le notizie sulla sua vita sono scarse, ciò che sappiamo è la sua origine spagnola, più precisamente la sua città natale era Huesca (in catalano Osca, mentre in aragonese Uesca), in Aragona. Ancora giovane fu mandato a Saragozza per terminare gli studi umanistici e teologici e qui conobbe Sisto II, futuro papa, il quale insegnante del giovane instaurò con egli una forte amicizia, seguita da una profonda stima reciproca. Entrambi lasciarono la Spagna per trasferirsi a Roma, dove Sisto nel 257 fu eletto vescovo di Roma ed affidò a Lorenzo il compito di arcidiacono; ossia responsabile delle attività caritative nella diocesi di Roma. Ma nell’agosto del 258 venne messa fine alla serenità, in quanto l’imperatore Valeriano emanò un editto secondo il quale tutti i vescovi, presbiteri e diaconi dovevano essere messi a morte. Papa Sisto II fu sorpreso il 6 agosto mentre celebrava l’eucarestia e ucciso insieme a quattro dei suoi diaconi, mentre il 10 agosto fu la volta di Lorenzo, che divenne santo dopo il martirio subito. Non si è certi del modo in cui morì, diverse sono le fonti che testimoniano come una graticola messa a fuoco abbia torturato e ucciso il giovane; ritroviamo questo particolare anche nello scritto di Ambrogio ” De Officiis Ministrorum”, dove viene menzionata la graticola, strumento del supplizio, rimarcando la frase con cui San Lorenzo si rivolse al suo aguzzino: ” Assum est… versa et manduca”, ossia: “Sono cotto da questa parte, girami dall’altra e poi mangiami”. Tale affermazione portò alla credenza nel Medioevo che il corpo del martire fu fatto a pezzi e dato in pasto alle plebe pagana, vittima di una carestia. E’ opportuno quindi sapere come un fenomeno incredibilmente affascinante sia associato ad un evento tanto crudo e sconcertante, ma allo stesso tempo ciò non deve in alcun modo spegnere la magia di queste notti all’insegna dell’osservazione di “stelle” contenenti sentimento e speranza. Sin dall’antichità l’uomo si è sempre servito del cielo per indirizzare il proprio cammino, per scegliere nel modo giusto, affidandosi alle parole mute di una vastità inconcepibile e seppur ai giorni d’oggi diversamente, viene mantenuta questa usanza; inutile negarlo, l’uomo è tanto forte quanto fragile e la sua fragilità trova accoglienza nell’immenso! Probabilmente oggi più che mai abbiamo bisogno di credere, avere speranza; il Mondo ci offre questa possibilità, cogliamola!
(Morena De Luca)