“L’abbandono della cupezza segna il passaggio ad una nuova visione della vita e dell’arte”
Con Henri Matisse si ha un vero e proprio scoinvolgimento del pensiero pessimista e cupo che solitamente accomunava gli artisti, sin da sempre. Egli infatti decide di analizzare un altro aspetto, di mettere in risalto quel qualcosa così troppo spesso accantonato da tutti: la “Gioia di vivere”; che oltre ad essere il titolo di una delle sue più grandi opere è principalmente l’introduzione al suo pensiero riguardo il binomio vita-arte. L’artista per tutta la vita si dedica alla ricerca della serenità e di quella pace interiore, essenziale all’essere umano per vivere degnamente il grandioso cammino chiamato Vita, riversando questo suo ottimismo anche nell’arte, che ne prende tutte le forme, amalgamandosi tra strutture semplici e colori vivaci. Mostrando quanto bella possa essere questa ricerca continua di una felicità tanto desiderata, rivoluziona e stupisce le credenze del tempo, basate su un’agonia angosciante, che costringe l’uomo all’avvilimento, al fallimento o peggio ancora al rassegnarsi ed accontentarsi, rinunciando così alla vita e intraprendendo la strada della sopravvivenza. Fu grazie alla sua fresca concezione del vivere e del contemplare ciò che ci circonda, che riuscì ad influenzare l’arte del XX secolo, la quale accolse calorosamente il suo modo di interagire nella vita così come nell’arte. Nella sua opera, nota appunto come: “Gioia di vivere”, Matisse ripropone il tema di Cézanne delle bagnanti rielaborandolo e collocandole in un mondo innocente, che sembra prendere le sembianze di un paradiso dove l’umanità gioiosa si muove abbracciandosi e danzando. I corpi vengono distinti attraverso delle linee colorate, permettendo allo sfondo di emergere mostrando le sue tonalità più diluite. L’intento dell’artista è sottolineare anche un altro aspetto importante, quale l’unione tra uomo e natura, e ciò è possibile notarlo nei colori innaturali che vengono utilizzati; non a caso il colore rosa rappresenta sia un albero che la pelle di alcuni corpi. E’ così che viene definito un nuovo periodo che permette all’uomo di osservare la propria esistenza senza più farsi schiacciare da quest’ultima, ma al contrario viverla nella sua totale bellezza.
(Morena De Luca)