” un’opera profana che spazza via l’iconografia tradizionale”
L’arte di Munch viene definita “dannata” e particolarmente criticato per il suo modo di concepirla, capovolge un mondo da sempre molto temuto. Con la sua opera “Madonna”, l’artista rompe definitivamente con l’iconografia tradizionale, spazzando via mezze misure e riguardo, rappresentando ciò che sente proprio e vero. Egli infatti realizza una donna dai lunghi capelli neri e sciolti, dall’aria languida e sensuale che mostra le proprie nudità circondata da una cornice di spermatozoi fluttuanti, affiancata, sul lato sinistro, da un feto abortivo con il viso di un teschio. Con questa raffigurazione definita scandalosa e senz’altro profana, fa risuonare nell’aria una forte provocazione che giungendo all’osservatore, innesta il dubbio, che da sempre viene colmato dalla religione attraverso la parola “Fede”, della presunta verginità della Madonna. ” Sarà davvero merito dello Spirito Santo?” questo è l’interrogativo che vaga nelle menti dell’essere umano fin da sempre e che l’artista ha avuto il coraggio di rappresentare come diremo noi: “Senza peli sulla lingua”
(Morena De Luca)