“Conoscere per combattere”
Il vero problema dei problemi è il come e il quando vengono affrontati. Ascoltiamo tutti i giorni notizie raccapriccianti che raccontano l’atroce esito di tutto ciò che molto spesso si sarebbe potuto evitare; quasi come avessimo necessariamente bisogno del dramma affinché le nostre coscienze si sveglino. Amara realtà è che, al contrario di quello che frequentemente appare, non siamo affatto pronti ad evitare il tragico. Come è possibile prevenire? conoscendo, informandosi; ma in una società in cui vige la regola dell’essere “superficiali sempre e comunque” perché riflessione è sinonimo di “fuori moda”, si perde molto volentieri di vista cosa è davvero importante e cosa può essere tranquillamente trascurato. Ragazzi, ragazze, uomini, donne, bambini, anziani: esistono anche cose di fondamentale importanza nella vita e non si può accettare il nostro continuo convincerci che, come veniamo in foto, giusto per citare un fatto che accade con regolarità disarmante, sia più importante di tanto altro che necessita di attenzione che continuiamo a cestinare come non fosse affar nostro. Bisognerebbe aggrapparsi alla lettura, al sapere, alla conoscenza, anziché scivolare rovinosamente sugli specchi, affinché sia possibile comprendere ciò che ci viene sventolato ogni giorno sotto gli occhi. E’ indispensabile saper scegliere le informazioni che meritano particolare attenzione ed elaborare; saper prendere da più fonti e costruire man mano una conoscenza ben salda. Toccando corde sensibili, analizzeremo nel possibile, un tema tanto presente, purtroppo, eppur spesso sottovalutato: cos’è il bullismo? Perché è un fenomeno così concreto e al tempo stesso alle volte ritenuto infondato? Chi vittima e chi carnefice? Il bullismo è un insieme di comportamenti fisici, psicologici, verbali, violenti ed intenzionali reiterati nel tempo da uno o più individui nei confronti di soggetti ritenuti deboli. Protagonisti di questo fenomeno sono: il bullo, il prepotente, ossia colui che svolge un ruolo attivo; il o i complici, ossia coloro che assecondano il bullo sostenendolo ed incitandolo a compiere azioni errate; ed infine la vittima, che svolge un ruolo passivo ed è colui che, per diversi fattori subisce le “attenzioni” che gli vengono rivolte. Questo tipo di struttura, costituita dai vari ruoli, assunti dai diversi soggetti, viene identificata come un’asimmetria nella relazione, poiché gli individui non occupano posizioni paritarie, non vi è equilibrio, bensì sempre un soggetto dominante ed uno dominato. Inizialmente potrebbe apparire come una qualsiasi prepotenza fra ragazzini che ” è giusto si facciano le ossa per strada, in modo da capire il mondo come gira “! Magari invece sorprenderà sapere che la strada non sia poi tanto più pericolosa di uno dei luoghi che erroneamente riteniamo sicuro: è proprio la scuola, la così detta ” seconda famiglia” che spesso diviene luogo di siparietti tutt’altro che familiari e sereni. E’ proprio fra quei banchi che dovrebbero offrire formazione, sostegno e conforto che ci viene sottratto il nostro diritto fondamentale: essere liberi! Scuola ed altri luoghi frequentati da giovani sembrano sfornare non le persone di un futuro si spera migliore, ma macchine da guerra mal funzionanti che hanno deciso di gettare, senza alcun senso di colpa: intelligenza, valori e un pizzico di sana vergogna. Ma con il passare del tempo abbiam fatto progressi; essere trattati in modo disumano in questi posti che pensavamo potessero offrirci anche protezione, non è abbastanza! Con saggezza è stato deciso che un’altra buona strada da sfruttare fosse la tecnologia. Gli anni 2000 che hanno preso sotto braccio il Signor Internet portando lo sviluppo di un ulteriore fenomeno: il cyberbullismo, ossia il bullismo in rete; basta un click per distruggere la vita di una persona; la facilità con la quale è possibile interagire ed inventare è disarmante, e altrettanto lo è la frivolezza e perché negarlo, la malignità con le quali si eseguono azioni che altro non portano se non dolore. Ma come purtroppo accade il mandare in fumo l’essere, denigrare e ridicolizzare qualcuno non sembra un’azione troppo grave e inizia il lungo percorso di accettazione che comprende, non si sa ancor bene per quale motivo, il negare l’importanza di tali eventi, riuscendo grandiosamente solo ad aggravare ciò che, se preso in tempo, evita di distruggere. Siamo contrari alla conoscenza della verità quando questa è tanto mostruosa da far male non solo al diretto interessato, ma anche a noi stessi; ascoltare da sempre richiede un coraggio grandioso, ma se vantiamo tanto le nostri doti, il nostro progresso, la nostra evoluzione allora dovremmo anche essere in grado di agire quando un altro essere, della nostra stessa specie, cerca di mettere in discussione la grandiosa macchina di carne e anima che siamo!
(Morena De Luca)