Prosegue l’impegno congiunto delle Regioni e dello Stato per la continuità di funzionamento dei servizi pubblici per l’impiego nel quadro del rilancio, nel nostro paese, delle politiche attive del lavoro. Regioni e Stato sono infatti al lavoro per concludere il rinnovo, per il 2017, dell’Accordo Quadro in materia di Politiche Attive che era stato firmato a luglio 2015 anche per assicurare la continuità dell’attività, nel biennio 2015-2016, del personale coinvolto nei processi di riordino del sistema provinciale. L’obiettivo del rinnovo per il 2017 è quello di garantire, anche in una fase transitoria, una continuità di servizi ai cittadini ed una sicurezza ai lavoratori dei Centri pubblici per l’impiego.
Prosegue, così, il lungo percorso di confronto e di dialogo che l’amministrazione centrale e gli attori del territorio, con forte senso di responsabilità istituzionale, hanno intrapreso fin dall’approvazione della legge delega 183/2014 (Jobs Act) e del decreto legislativo 150/2015 per dare un’attuazione condivisa agli aspetti della riforma del mercato del lavoro che impattavano fortemente sui servizi del lavoro e sulle relative modalità organizzative.
Il nuovo testo dell’Accordo ripropone il meccanismo della compartecipazione di risorse statali (per due terzi del fabbisogno) e regionali (per il restante terzo), sia con riferimento al personale a tempo indeterminato effettivamente impiegato presso i servizi per l’impiego, sia con riguardo ai costi di funzionamento dei CPI. A tale riguardo, la nuova legge di bilancio all’esame del Parlamento dispone un accantonamento di risorse, per il concorso al funzionamento dei CPI, pari a 220 milioni di euro per il 2017.
Accanto alla continuità dei Cpi, il Governo e le Regioni stanno operando per realizzare con strumenti efficaci la loro necessaria implementazione, attraverso la definizione di un Piano congiunto di Rafforzamento dei servizi e delle misure di politica attiva del lavoro, in attuazione della cornice normativa definita dal Jobs Act e secondo quanto già stabilito dalla manovra sugli enti locali (art. 15, DL 78/2015). Il Piano rappresenta uno strumento per il potenziamento dei servizi per il lavoro all’interno di un quadro unitario e condiviso, pur nel rispetto delle specificità territoriali e prefigura, tra l’altro, anche l’immissione di mille unità aggiuntive di operatori qualificati, cui si aggiungeranno altri seicento operatori specializzati sul versante dell’inclusione sociale attiva: 1.600 unità aggiuntive che – seppur a termine – andranno ad affiancare il personale dei CPI nello svolgimento dei loro compiti. Ciò nella consapevolezza che solo investendo nel sistema si pongono le condizioni di reale sostenibilità di miglioramento, soprattutto nell’attuale contesto di carico amministrativo e di sofferenza che i servizi per l’impiego stanno fronteggiando da anni con grande impegno e responsabilità.
Ma l’attenzione delle istituzioni è rivolta anche al personale a tempo determinato dei Cpi, che negli anni ha prestato la propria attività e che rappresenta un bagaglio di competenze e professionalità che non può essere disperso, se veramente si vuole costruire un modello forte ed efficace di erogazione delle politiche del lavoro. Regioni e amministrazioni centrali stanno lavorando per l’inserimento nella nuova legge di bilancio di un emendamento teso a consentire, anche nel 2017, la proroga dei contratti a tempo determinato del personale dei Cpi.
Si tratta di tasselli importanti del sistema, che si inseriscono in un quadro sicuramente complicato e per diversi aspetti ancora da costruire, in cui però ciascun attore istituzionale fa la sua parte per contribuire, in modo attivo, a migliorare il sistema del lavoro a livello nazionale, in un’ottica di maggiore efficienza e omogeneità della macchina amministrativa e di reale efficacia degli interventi.