Come una Odissea Siciliana
di Antonio Agosta (Redazione Sicilia)
Lo scorso martedì 21 giugno, presso la Sala Eventi della Feltrinelli di via Etnea Catania, ho avuto il piacere e l’onore di fare da relatore, nelle vesti di giornalista, al nuovo romanzo di Riccardo Di Salvo e Claudio Marchese: “Il pescatore di Kalkan – Odissea Sicilia”, edito da Fabio Croce- Roma 2016, due autori nati e cresciuti nelle parti opposte del nostro Paese italiano, Catania e Voghera.
Insieme a me, oltre all’autore Di salvo, Claudio Marchese era assente per motivi personali, c’erano Max Capitanio, prefatore del libro, Francesca Castelli, Presidente di FIDAPA Catania, e la docente Stefania Picone.
Davanti a un pubblico gremito di amici, parenti e colleghi di Riccardo Di Salvo, affezionati da sempre per una scrittura elegante e coinvolgente come l’autore sa creare, l’atmosfera intrigante e piacevole faceva da sfondo a un evento prezioso immersa in una serata di pieno caldo nel primo giorno d’estate.
Il romanzo è la rivisitazione in chiave moderna dell’Odissea di Omero, dove al posto dell’eroe greco, Ulisse, c’è Zorayr, un umile pescatore turco che lascia la sua terra per raggiungere la Sicilia, sfidando le forze avverse della natura. In Sicilia, Zorayr troverà la donna che gli farà scoprire l’amore e la voglia di essere un uomo pronto a migliorarsi per ottenere sempre il meglio dalla vita, soprattutto agli occhi di Tina, una giornalista catanese con qualche anno in più del protagonista, amante del benessere e della cultura come arma per la salvezza dalla corruzione intellettuale di tutti i giorni.
Non mancano i riferimenti a “Mare Nostrum”, come lo chiamavano gli antichi romani, la mattanza per tanti migranti in fuga dai paesi martoriati dalle guerre e dalla povertà, per poi trovare la morte nei fondali dei mari profondi.
Le spiagge e i tramonti della Sicilia, raccontati nel romanzo, sono simili a quelli di Kalkan, paese natio di Zorayr, ricchi di poesia e nostalgia per una terra che mai più rivedrà.
A tratti la punteggiatura appare quasi inesistente, che non è un errore degli autori, semmai la volontà di accentuare l’importanza di una storia in continua lotta con una bellezza interiore degli stessi protagonisti.
L’opera, ritenuta d’interesse per le scuole di secondo grado superiore, si legge con molta semplicità grazie alla descrizione dei luoghi siciliani resi prestigiosi, e quasi primitivi, dalla sicilianità del professore Riccardo Di Salvo, che non nasconde a nessuno le proprie radici siciliane.
La serata si è conclusa con un applauso e un caloroso ringraziamento dell’autore, emozionato per l’affetto dato dal suo pubblico.