Il Cairo – “La morte di Giulio Regeni, il ricercatore italiano rapito al Cairo il 25 gennaio, il cui corpo è stato ritrovato il 3 febbraio, “è uno shock per l’Egitto come per l’Italia” e le autorità egiziane faranno di tutto affinché sia “raggiunta la verità sulla fine” del giovane italiano. Queste le parole espresse sul caso in questione dal presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi in una lunga intervista al quotidiano La Repubblica. “Ciò che è accaduto è terribile e inaccettabile, non ci appartiene e sconvolge non solo il governo ma tutto il popolo egiziano. Questo è un fatto drammatico ma unico, migliaia di italiani hanno visitato, lavorato e vissuto in Egitto e a nessuno di loro è mai accaduto nulla, sono stati in sicurezza”, ha spiegato.In queste sei settimane seguite alla morte di Regeni, la collaborazione nelle indagini dell’Egitto è apparsa debole e insufficiente. “Non ci fermeremo finché non sarà stata raggiunta la verità” – “L’indagine qui in Egitto è dal primo momento sotto la diretta supervisione del procuratore generale e ci sono gruppi di investigatori specializzati che stanno lavorando giorno e notte per scoprire le cause reali e svelare le circostanze che hanno provocato questa drammatica morte. Non ci fermeremo finché non sarà stata raggiunta la verità sulla fine di Giulio Regeni”, ha assicurato il presidente. Un caso intrigato quello di Regeni, in cui sono parte integrante una serie di elementi che non lasciano trasparire finora nulla di chiaro. L’unico dato certo è che Regeni sia morto in circostanze ignobili. La verità probabilmente non la si saprà mai, come accaduto per molti altri misteri italiani ed internazionali. L’esternazione del Presidente egiziano è sicuramente un segnale di rispetto, che vuole essere garantista per i rapporti che legano l’Italia con l’Egitto, ma resta il fatto che tutto è ancora molto oscuro.