E’ stata confermata la pena dell’ergastolo anche in secondo grado per Massimo Giuseppe Bossetti. I giudici della Corte d’Appello dopo 15 ore di camera di consiglio hanno confermato dunque la sentenza con la quale il muratore di Mapello era stato condannato all’ergastolo in primo grado perché accusato di aver ucciso la piccola Yara Gambirasio. “Una ragazzina che aveva diritto di vivere, poteva essere mia figlia, la figlia di tutti voi”, ha detto oggi aprendo le dichiarazioni spontanee prima che la corte d’assise d’appello di Brescia si ritiri in camera di consiglio per emettere il verdetto. “Neppure un animale meriterebbe così tanta crudeltà”. Oggi sarà il presidente della corte Enrico Fischetti a leggere la decisione: conferma della sentenza di ergastolo, riforma parziale del primo grado (l’accusa chiede l’ergastolo con isolamento diurno per sei mesi), assoluzione oppure perizia sul Dna, la traccia mista trovata su slip e leggings della piccola di 13 anni attribuita a Ignoto 1 poi identificato in Bossetti. Già condannato in primo grado all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, ha voluto spiegare ai giudici perché non è lui l’assassino della 13enne di Brembate, scomparsa il 26 novembre 2010 dal piccolo comune di Bergamo. Davanti alla sua famiglia – sempre presente la moglie Marita, la madre e la sorella gemella – ha chiesto ai giudici di assolverlo, di poter dimostrare con una perizia sul Dna che hanno preso la persona sbagliata. L’imputato ha chiesto scusa per “il comportamento scorretto” tenuto nella prima udienza quando era sbottato alle affermazioni del sostituto pg. “Pensate però come può sentirsi una persona attaccata con ipotesi fantasiose e irreali”, ha detto, leggendo dei fogli estratti da una cartella rossa. Dopo le dichiarazioni del muratore, che si è sempre proclamato innocente, i giudici si sono riuniti in camera di consiglio per la decisione. (Farodiroma.it)