Dagmara Przybysz, 16 anni, studentessa modello con una vita davanti e in futuro migliaia di sogni da realizzare, come quello di sposare il suo fidanzato Lewis e di diventare fotografa, una volta terminati gli studi.
Una normalissima teenager, felice e spensierata, fino a quando alcuni bulli della sua scuola, la Pool Academy di Redruth, in Cornovaglia, non hanno iniziato a prenderla in giro a causa delle sue origini polacche.
Fastidiose e continue molestie che lei non ha retto, al punto di commettere un gesto estremo, come il suicidarsi nel bagno della struttura scolastica che frequentava.
Alla sua famiglia e al fidanzatino, alcuni giorni prima di morire aveva raccontato di venire continuamente presa in giro da alcune sue coetanee, che erano arrivate a dirle: «Stupida polacca, torna nel tuo paese».
In un sms inviato a Lewis esprimeva il suo stato d’animo: «Non è la mia migliore giornata a scuola. Le persone dicono cose su di me perché sono della Polonia. Non conosco nemmeno i loro nomi».
Pochi minuti dopo, Dagmara ha deciso di impiccarsi e di farla finita, per mettere fine a tutte quelle umiliazioni che non voleva più subire.
Inaccettabile e vergognoso. Un clima di odio troppo spesso alimentato da una politica incapace di trovare soluzioni e che getta fuoco sulla paura delle persone, nei confronti dello straniero.
(Luca Nascenzi)