Roma – Il nuovo rapporto ‘Ambiente Italia’ 2016 di Legambiente (Edizioni Ambiente) che passa al “setaccio” oltre 7 mila chilometri di coste del nostro Paese è stato presentato il 28 giugno a Roma nella sede dell’Anci. E’ stta questa l’occasione per tornare a sottolineare che “senza un cambio delle politiche” l’erosione costiera è “destinata a crescere”.
Il 51% dei litorali italiani è stato trasformato da cemento, palazzi, alberghi e ville negli ultimi decenni, al ritmo di 8 chilometri all’anno, 25 metri al giorno. Senza contare che un terzo delle spiagge combatte contro l’erosione costiera, attualmente in espansione
I mali del nostro mare, spiega il report, sono soprattutto “cemento, erosione costiera, mala depurazione e beach litter” (rifiuti marini, plastiche galleggianti), a cui si aggiungono gli impatti dei cambiamenti climatici che rendono ancora ”più fragili le coste”. Recenti dati parlano di oltre 14 mila reati ai danni del mare e della costa italiana: 40 al giorno, 2 ogni chilometro; con l’habitat marino messo alla prova dall’inquinamento, e con il 25% degli scarichi cittadini ancora non depurati (con punte del 40% in alcune località) e ben 1.022 aree in procedura di infrazione europea, mentre soltanto il 19% della costa (1.235 km) è sottoposta a vincoli di tutela.
L’analisi di Legambiente, tra consumo di suolo ed erosione, prende in considerazione 6.500 chilometri di costa, da Ventimiglia a Trieste e delle due isole maggiori. Di questi, 3.300 chilometri sono stati trasformati in modo irreversibile (720 km sono occupati da industrie, porti e infrastrutture, 920 colonizzati da centri urbani), e su quasi 1.700 chilometri ci sono ville e villette (il 25% della linea di costa).