Quando si parla di bianco e di nero, molte sono le interpretazioni nella nostra vita quotidiana. I due colori nella loro radice rappresentano una contrapposizione nel mezzo della quale passano una molteplicità di colori e di variazioni cromatiche. Ma anche nella ricerca della verità, questi due colori sembrano voler sancire l’effetto della realtà, o è bianco o è nero, ossia una posizione netta, in cui non si lasciano spazi per congetture o interpretazioni di rito. Una cosa o è bianca o è nera. Non esistono mezze verità. La politica sembra voler andare poco d’accordo con questi due opposti che nel contempo si attraggono, in quanto non vi sono certezze, le cose sono sempre grigie, gialle, rosse, ma mai riferite ad una situazione ben chiara. Ecco se abbiamo l’opportunità di camminare su un pavimento a scacchi, e guardiamo a terra ci soffermiamo su questo contrasto, apparentemente neutro, ma che comporta una serie di riflessioni ed analogie a livello storico e culturale. Il pavimento a scacchiera bianco e nero fu presente nei templi fin dai tempi dell’antico Egitto. Più che un semplice elemento decorativo, il pavimento a mosaico porta con sé un profondo significato esoterico. Il pavimento è l’area dove avvengono le iniziazioni corporative e “simboleggia la vita umana, una scacchiera dove bene e male si combattono di continuo».
Il bianco e il nero sono i colori base della stampa: il nero, assieme al giallo, al cyan e al magenta, è anche uno dei colori della quadricromia mentre il bianco è il colore della carta su cui stampare. Il nero assorbe assorbe “quasi” tutte le radiazioni dello spettro cromatico, mentre il bianco non ne assorbe “quasi” nessuna. L’effetto ottico ottenuto con l’utilizzo del nero su bianco (o del bianco su nero), in quanto dipendente solo dal tratto, offre al creativo infinite possibilità e, a causa del forte contrasto, risulterà sempre ben visibile. Ma il bianco e il nero sono anche due colori diametralmente opposti. Il nero rappresenta la notte e, in occidente è il colore legato al lutto e alla morte. Anche la paura del buio e la claustrofobia all’oscurità possono essere associate al nero. La stessa magia a volte viene definita nera per indicarne la forma più cupa e maligna. Ma il nero è anche il colore che comunica raffinatezza e porta con sè un recondito significato di sensualità. Il bianco rappresenta invece la purezza ed è il colore tradizionalmente associato alla verginità: per questo il vestito da sposa è bianco. Indica innocenza e sincerità ed è comunemente considerato il colore del bene in contrapposizione al nero, considerato iconograficamente come il colore del male. In guerra il bianco è il colore della resa (bandiera bianca) e della vigliaccheria: nel passato infatti i codardi venivano indicati con una piuma bianca. Ma il bianco ha anche connotazioni di sterilità, di pulizia clinica e di freddo. A seconda del suo utilizzo potremmo avere diverse interpretazioni concettuali: immaginiamo la differenza tra la desolazione di una raffica di neve bianca e gelida sospinta dal vento e la delicatezza aggraziata di un bianco e leggero fiocco di neve. Il bianco può rappresentare anche semplicità, minimalismo e sobria eleganza.
Tra il bianco e il nero esiste però una “zona grigia”. La stessa parola “grigio” ha connotazioni di apatia e tristezza: un cielo grigio e nuvoloso, il grigiore della depressione, il completo grigio dei grigi uomini d’affari. Tuttavia negli anni ’80 il grigio si ha avuto un’ampia diffusione nella moda, negli imballaggi eleganti e nel design d’avanguardia.
Dal punto di vista della comunicazione, il packaging che utilizza il colore nero hanno un aspetto raffinato e attraente e sono quindi adatte a prodotti di ottima qualità, diretti a consumatori sensibili e trasmettono un’immagine elegante e sobria. Il nero, da solo o accostato a colori sensuali come il porpora, possono comunicare un significato recondito di passionalità. Il grigio sta invece a indicare la durevolezza e l’affidabilità di un prodottoche possiede, oltre a una discreta raffinatezza, un valore pratico, e ha un ruolo importante nel design “stradale” e nella moda e, per la sua intrinseca neutralità viene utilizzato per il design in cui l’uso del colore deve apparire minimalista. Il bianco, a seconda di come viene rappresentato, può essere indice di pulizia e purezza, raffinatezza e stile ma anche di efficenza pratica; usando il bianco in associazione ad altri colori, il designer può “caricare” il messaggio di sincerità e innocenza. Questa tinta è anche molto efficace come colore secondario, sia per conferire visibilità e impatto a un’immagine che per rappresentarne lo sfondo.
Nel corso degli anni il nero ha avuto diversi momenti di grande popolarità, in particolare nell’Art Déco degli anni ’20 e, più recentemente negli anni ’60 (optical) e ’80. Anche il bianco ha goduto la stessa popolarità del nero nel medesimo periodo e, insieme al grigio, questi due colori sono stati utilizzati per rappresentare uno stile sofisticato.
L’ambivalenza del nero è riscontrabile anche a livello lessicale. In molte lingue antiche se ne designa uno opaco, di valenza negativa, e uno brillantedi valenza positiva. Questa duplicità valoriale è resente sia nel vocabolario latino (ater e niger) sia in quello vecchio inglese (swart e black). Per il bianco, dal punto di vista lessicale, in greco leucos, indicava quello chiaro e dunque umano, mentre arg si usava per il bianco lucente e quindi divino; il latino distingueva, invece, candidus, che etimologicamente significa infiammare, quindi rimanda all’idea di splendore, da albus che si traduce con pallore, decolorazione, chiarezza.
Il bianco indica innocenza, purezza e stile. È associato alla fede ed è un colore sempre positivo. È un colore estivo poichè riflette il 100% dei raggi solari ed è composto dalla somma di tutti i colori. Come il nero è sempre attuale e viene spesso utilizzato nel design per la sua caratteristica di neutralità. In grafica le parti bianche hanno l’obiettivo di rendere il progetto più chiaro e ordinato. Vestire di bianco indica storicamente ricchezza oltre all’appartenenza ad una classe sociale elevata; nessuno infatti vestirebbe di bianco per svolgere lavori umili. I dottori vestono un camice bianco ed è provato che un messaggio promozionale recitato da un attore che veste un camice di questo colore ha un’efficacia incredibilmente maggiore , e questo anche se il pubblico è consapevole del fatto che a parlare non un vero dottore. Nella cultura asiatica il bianco è invece associato al lutto.
Il nero è un colore sobrio e raffinato, simboleggia autorità, potere e rispetto. Queste ultime due caratteristiche possono essere associate a diversi temi ampliando lo spettro comunicativo del nero, specie in funzione dei colori che, di volta in volta, gli vengono accostati. Il colore nero, nella moda, è noto per far apparire le persone più magre. Talvolta il nero può denotare anche sottomissione: il colore del vestito dei preti, ad esempio, denota la loro sottomissione a Dio e alcuni psicologi suggeriscono che le donne vestite di nero accettano più facilmente di essere sottoposte agli uomini. Nell’immaginario collettivo il nero è anche il colore della notte e quindi è spesso associato al male. Una confezione nera, in comunicazione, giustifica generalmente un prezzo più alto e un pacchetto nero apparirà più pesante di uno bianco. Nella cultura occidentale il nero è il colore del lutto.