Perché di questo si tratta ormai da decenni, così come predetto da una delle poche giornaliste che quel mondo l’ha vissuto e raccontato. Una fiorentina partigiana, quell’Oriana, rinnegata dai suoi stessi compagni oggi come allora e che, da un’altra vita starà sicuramente fumando come una forsennata imprecando contro la cecità che nessun attentato è riuscito ancora a farvi passare. Non è bastata Londra, Madrid e le Torri, né Beslan con le sue centinaia di giovani vittime, né Charlie o tutti i giornalisti internazionali decapitati nei teatri di guerra istituiti da aquile e corvi! Non è bastata Nassirya e l’esempio di un Quattrocchi che tanti vorrebbero dimenticare! Smettetela con la vostra ipocrisia da lacchè ed iniziate a pensare ai nostri di venerdì a Trastevere o nella Milano da bere, ed abbiate paura come ce l’ho io. Quella paura che non ci deve far rinchiudere ma combattere per ciò che noi italiani ed europei siamo. Basta con il buonismo o la finta integrazione: non siamo uguali davanti alla nostra stessa legge, perché mai volete illudervi che lo saremo davanti alla loro? Noi che li abbiamo allevati, nutriti, coccolati sperando di tenerli a bada. Noi che abbiamo costruito moschee per accontentarli, e che tolleriamo i loro culi all’aria nelle piazze e nelle vie che furono campi di battaglia per una democrazia che ad oggi non meritate. Lo dico a Voi che vi ergete a paladini comprensivi di tutti tranne di chi, italiano, non la pensa come voi ma vi rispetta perché figlio della stessa terra per diritto di sangue. Voi che sfilate da antagonisti, disconoscendo l’origine del termine, ogni qualvolta manifesta il nostro popolo stanco in difesa della sua casa e della sua Patria. Voi che tutto è lecito purché di sinistra o di quelle risorse che tanto volete integrare. Voi #JeSuis scalzi che vigliaccamente vi indignate per un titolo di giornale italiano ma non estero. E voi, che volete il dialogo con chi da sempre rifiuta il “contagio” sociale, mentale e religioso con noi poveri cani infedeli, che li preleviamo dalle acque internazionali per essere obbligati poi a rivedere le nostre abitudine ed usanze . Noi donne che ciò che siamo oggi , ed è ancora poco, è il frutto delle battaglie ideologiche e politiche fatte dai nostri avi, per poter vivere e lavorare in un mondo di uomini che ancora ora ci vede oppresse e non degne di cariche di esclusiva pertinenza maschile. Noi che ci copriamo il capo ed i corpi a casa loro per non offenderli, sperando di non doverlo fare presto anche in casa nostra. Noi, schiere italiche dalla storia millenaria di cultura ed arte che ha istruito il mondo, anche grazie a quella Roma sempre più violentata e svenduta da chi, intra moenia, governa, sperpera e si piega alla paura, al ricatto. Dov’è quella “gioventù ribelle”del Risorgimento che lo straniero lo ha combattuto per darci oggi la libertà di vivere e sfilare per le strade e perché no, anche spaccare vetrine e sputare sulle divise dei nostri soldati come siete abituati ormai da tempo? Lo dico a voi che nelle aule del potere che non meritate, preferite ricordare un kamikaze e non coloro che, per difendere la mia e la vostra democrazia, hanno lasciato sangue e vita in una bandiera a cui non date significato, se non per un mondiale. E sempre a voi, che tollerate i libri gender e i carri di Sodoma, che nascondete crocefissi e imponete di dimenticare il Natale per non far torti al potenziale elettorato futuro, dico: andate in qualunque paese islamico a rivendicare le vostre ideologie da salotto buono, a sfilare per i diritti che qui vi sono largamente riconosciuti e sperate di uscirne indenni!
(di Alessandra D’Andrea)
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