Roma – L’Ispra (Istituto superazione per la protezione e la ricerca ambientale), ha comunicato che in Italia aumentano i rifiuti speciali nel 2014. L’Italia è tra le prime nell’Unione europea per riciclo degli “speciali” (oltre 75%). Inoltre c’è più import (6,2 milioni tonnellate) che export (3,2 milioni t), si tratta soprattutto di rottami ferrosi. Tra gli altri dati evidenziati dall’Ispra, è che ci sono meno discariche (da 404 a 392) ma hanno più rifiuti (+4,2%).
Nel 2014 sono stati prodotti circa 130,6 milioni di tonnellate di “speciali” a fronte di 30 milioni di tonnellate di rifiuti urbani. Si registra un consistente aumento nella produzione totale: + 5% tra 2013 e 2014 (oltre 6,1 milioni di tonnellate).
Si registra una lieve diminuzione nell’utilizzo dei rifiuti speciali per produrre energia (-4,7% rispetto al 2013). Sono 2,1 milioni di tonnellate quelli avviati a recupero energetico. Tra le risorse più utilizzate, il biogas (36,3%) ovvero il gas metano derivante dalla decomposizione dei rifiuti; a seguire i rifiuti della lavorazione del legno, carta ed affini (33,5%), dal trattamento meccanico di rifiuti (11,1%) e i rifiuti combustibili (6,4%).
Sono soprattutto 7 le regioni italiane a trasformare in energia i rifiuti speciali (insieme arrivano al 78,5%): Lombardia (23,3% del totale), Emilia Romagna (15,7%), Piemonte con (10,7%), Veneto (8,0%), Umbria (7,2%), Puglia (7,1%), Friuli Venezia Giulia (6,5%). Nel complesso non vi sono significative variazioni in quasi tutte le regioni. Sono pressoché tutti non pericolosi (96,3% del totale degli speciali) i rifiuti utilizzati per il recupero energetico.
Meno discariche nel 2014, ma con più rifiuti, e i 12 impianti in meno sono localizzati soprattutto al Sud (8), poi al Nord (3) e uno al Centro.
La maggior parte delle discariche è localizzata al Nord con 228 impianti, 58 al Centro e 106 al Sud.
Nonostante diminuisca il numero di discariche, cresce la quantità smaltita a livello nazionale: 11,4 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, con un aumento di 460 mila tonnellate rispetto al 2013, pari a +4,2%. La crescita è maggiore a Nord (+6,1%) e al Centro (+4,8%), mentre scendono al Sud (- 1,1%). L’88,9% dei rifiuti totali sono non pericolosi (10,1 milioni di tonnellate) e il restante 11,1% sono rifiuti pericolosi (1,3 milioni di tonnellate).
Le regioni che più hanno aumentato l’utilizzo della discarica sono la Basilicata con +40,3% (+17 mila tonnellate), il Lazio con +34,2% (+185 mila tonnellate), la Liguria con +27,6% (+90 mila tonnellate. Quelle che hanno diminuito maggiormente sono il Molise (- 56,4%, – 10 mila tonnellate), l’Umbria (- 27,3%, – 162 mila tonnellate), il Trentino Alto Adige (- 19,3%, – 21 mila tonnellate).
L’Ispra ricorda che la Campania, nell’anno 2014, non smaltisce rifiuti speciali in discarica a causa dell’assenza sul territorio di discariche autorizzate allo smaltimento di tale tipologia di rifiuti che vengono, quindi, trattati fuori regione o all’estero.
Quindi nel 2014 la Basilicata è stata la regione che ha fatto segnare l’aumento percentuale maggiore nell’uso della discarica per lo smaltimento dei rifiuti speciali (cioè quelli “non urbani, prodotti da industrie e aziende”).
Nel 2014 l’uso della discarica in Basilicata per smaltire i rifiuti speciali è aumentato del 40,3 per cento (la crescita è stata di 17 mila tonnellate); con percentuali inferiori (ma quantitativi maggiori) vi sono il Lazio e la Liguria. Le regioni che hanno diminuito maggiormente l’uso della discarica sono, nell’ordine, il Molise, l’Umbria e il Trentino Alto Adige.
Tra le ultime azioni di solidarietà interregionale si segnala quella dell’Emilia-Romagna che accoglie 20mila tonnellate di generici rifiuti dalla regione Puglia. L’accordo in particolare è dovuto al sequestro dell’impianto brindisino di Pandi.
L’Emilia-Romagna ha deciso di accogliere 20 mila tonnellate di rifiuti urbani. L’aiuto sarà limitato al tempo necessario: dal 12 luglio alla prima settimana di settembre. Saranno i termovalorizzatori di Bologna e Ferrara, scelti in base all’analisi dei flussi e delle dotazioni, ad accogliere i rifiuti.
Quella di accogliere 20mila tonnellate di rifiuti dalla Puglia è “una scelta di solidarietà istituzionale per aiutare una Regione che si trova in difficoltà. La richiesta è giunta espressamente dal presidente, Michele Emiliano, per far fronte a un’emergenza vera, poiché in Puglia non sono presenti soluzioni alternative in grado di supplire alla chiusura dell’impianto”, ha spiegato Paola Gazzolo, assessore all’ambiente della Regione Emilia-Romagna.
“Come l’anno scorso avvenne per la Liguria – ha detto Gazzolo – anche in questo caso si tratta di una nostra disponibilità limitata a poche settimane e a quantitativi ridotti, e il provvedimento non sarà reiterabile. Come abbiamo sempre detto mettendolo anche nero su bianco nel Piano di gestione approvato in maggio, accettiamo rifiuti da altri territori solo in caso di emergenza conclamata e per brevi periodi”.
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano ha ringraziato il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini: “Desidero ringraziare il presidente Bonaccini, la Giunta dell’Emilia Romagna con l’assessore Paola Gazzolo e i cittadini dei territori di Bologna e Ferrara che per poche settimane ci daranno una mano a smaltire i rifiuti urbani di Brindisi, dove non possiamo utilizzare gli impianti locali a causa dell’intervento della Magistratura. La solidarietà che arriva dall’Emilia-Romagna è un esempio di fattiva collaborazione tra Regioni e siamo sicuri che sapremo come ricambiare. L’Emilia ci è venuta in soccorso, come ha già fatto con altre Regioni come la Liguria, utilizzando i propri impianti, ma presto riusciremo a far ripartire i nostri e a tornare ad una condizione di normalità”.
Il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ha spiegato che si tratta di “misure straordinarie non reiterabili, molto brevi e per poca quantità. Altrimenti non le avremmo prese. E fatto nel massimo della serietà, di chi non si tira indietro rispetto a una limitata e piccola richiesta di un territorio in difficoltà”.
“Lo scorso anno – ha ricordato Bonaccini – accadde una volta, per poche settimane e per 10mila tonnellate che venivano dalla Liguria. Quest’anno accadrà con la Puglia, per un problema gigantesco che hanno a Brindisi. Sono quantità che noi smaltiamo velocemente e che porteranno anche una ricaduta in termini di risorse per i territori e che potranno essere mi auguro spese per misure ambientali”.