Roma – Il dado è quasi tratto. Intanto il Governo ha stabilito la data in cui si svolgerà il riferendum sulle riforme costituzionali. “La partita è adesso – ha commentato a caldo il premier Renzi .- non ci sarà un’altra occasione”: Cosicchè il 4 dicembre, cappotti alla mano, gli italiani hanno la possibilità e il dovere di recarsi alle urne. I comitati per il “SI” e quelli per il “NO” non stavano aspettando altro che il Consiglio dei Ministri desse il via libera e certezza a questa data, ed ora verso una campagna elettorale che scalderà l’autunno e l’inverno su tutti i fronti. “Data indegna – non ci hanno consulati – urlano i cinquestelle – contestando a piè di pari la decisione del governo. Ma se è vero che a Roma… chi comanda fa legge… è pur vero che il medesimo concetto poi lo si debba veder applicare nei vari strati e substrati delle istituzioni. Il test elettorale referendario, è sicuramente uno dei piu’ importanti della storia repubblicana italiana, molti non conoscono bene nemmeno i contenuti e gli effetti che potrà avere la vittoria del SI e quella del NO, ma si segue la linea di pensiero, quella di partito a prescindere. Il tempo c’è e Renzi ne ha sufficienza per recuperare i dissidi interni al PD, ma anche per rafforzare l’azione di governo. Per questo probabilmente le opposizioni non hanno gradito metodi e tempi che ormai condurranno il popolo italiano all’apposizione della croce referendaria sulle schede. Ma sull’esito, influirà molto ciò che accade in questi due mesi, ed in una politica poco statica come quella che si sta vivendo in Italia c’è da aspettarsi di tutto. I ragionamenti politici, quelli di alto profilo, stanno facendo rivedere le posizioni dei maggiorenti della politica italiana, poichè quello che sembrava ieri, oggi non è più così, ed inoltre la situazione di Roma, Torino e la presa di posizione del buon Beppino, (che sembra rievocare toni di vecchia memoria storica, per lo meno nella passione e nell’altissimo tono di voce), porteranno ad altre considerazioni conseguenti a scelte di sistema. Il referendum potrebbe poter veder variare il suo naturale obiettivo e corso, ed alla espressione di voto per il meglio, potrebbe sostituirsi quella della scelta del “meno peggio”. Ma il popolo italiano con la sua matita in mano può sorprendere sempre di più, con un crescendo di espressioni al momento con esiti ben poco prevedibili. Il Pd farà quadrato, che si estenderà probabilmente ad altre frange moderate, il centrodestra potrebbe trovare in questo referendum l’occasione per un rassemblement, vedremo se riuscirà il garbato Parisi a rimettere seduti tutti intorno al tavolo nel No. Per ora non ci resta… che attendere.
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