Sono quasi tre milioni gli anziani non autosufficienti nel nostro Paese, per l’esattezza 2,7 milioni. Lo sostiene il Rapporto Oasi 2016, l’Osservatorio sulle aziende e sul Sistema sanitario del nostro Paese, presentato dai ricercatori del Cergas Bocconi (Centro di ricerche sulla gestione dell’assistenza sanitaria e sociale).
Secondo il Rapporto Oasi l’assistenza e la cura degli anziani non autosufficienti sono la vera sfida del futuro del nostro sistema sanitario, tra ricorso all’ospedale o alle badanti.
Di questi 2,7 milioni di anziani non autosufficienti solo 200mila quelli presi in carico all’interno di strutture a loro dedicate. Altri 600mila ricevono un’assistenza non proporzionale ai propri bisogni presso il domicilio, mentre i restanti, circa 1,1 milioni, ricadono nel Sistema sanitario nazionale cercando assistenza e cure.
Francesco Longo, responsabile del Rapporto Oasi 2016, afferma che “c’è una netta e tendenzialmente crescente divaricazione tra servizi sanitari regionali del Centro-Nord e del Sud in termini di offerta sanitaria pubblica, spesa sanitaria privata e, soprattutto, servizi socio-sanitari sia residenziali che informali”.
La sanità è un volano di sviluppo economico. I dati Istat del 2014 indicano che l’assistenza sanitaria e sociale, con 149 miliardi, rappresenta un settore importante della nostra economia.
Ma la spesa sanitaria sul totale della spesa per protezione sociale è in costante contrazione dal 2008 (quando pesava il 26,2%) a oggi (23,5%) e il livello di spesa totale pro-capite per la sanità in Italia (3.239 dollari nel 2014) è più basso di quelli di Regno Unito (3.377), Francia (4.508), Germania (5.182) e Stati Uniti (9.403).
Nel Rapporto Oasi 2016 si osserva che è difficile un equilibrio quando la spesa sanitaria non è aumentata, mentre nel resto d’Europa cresceva a un ritmo medio vicino al 4%.
Si evidenziano anche gli squilibri territoriali, non più in termini di deficit, visto che il risanamento è ormai abbastanza diffuso, ma in termini di copertura dei bisogni. La presa in carico dei non autosufficienti è più difficile in alcune regioni del Mezzogiorno e la speranza di vita varia a seconda dell’area di residenza e del titolo di studio conseguito.