di Antonio Agosta (Redazione Sicilia)
Andrew Warhola Jr., alias Andy Warhol, fu la figura dominante della Pop Art, arte popolare, corrente artistica della seconda metà del XX secolo. Personaggio atipico, Andy si riteneva ignorante di ogni forma di esperienza artistica maturata in Europa, rifiutando la storia dell’arte come significato concettualizzato e sposando appieno la cultura di massa americana. Nasce a Pittsburgh, Pennsylvania, Stati Uniti d’America, da padre europeo, dove studierà arte pubblicitaria al Carnegie Institute of Technology, l’attuale Carnegie Mellon University.
Andy, di suo, interpretava la vita come un fumetto prendendo spunto dal cinema e dalla pubblicità, accarezzando l’idea di una società dell’immagine prodotta dalla massa, perché i prodotti di massa rappresentano la democrazia sociale e riproducono l’esistenza dell’uomo come immagini-simbolo. L’artista amava provocare sia come pittore sia come regista, rivisitando in chiave moderna alcune opere pittoriche del passato, come “L’ultima cena” di Leonardo Da Vinci e capolavori di Piero della Francesca e Paolo Uccello.
Qualcuno direbbe spazzatura, perché dal XX secolo in poi produciamo tanta immondizia da ricoprire il nostro pianeta. Warhol, a modo suo, vorrebbe interpretare il boom economico realizzando immagini grafiche in serie e lungometraggi di monotona staticità sperimentali, girati in 16mm alla velocità di 24 fotogrammi al secondo, per rallentare e amplificare l’immagine del film. Voleva fermare il tempo cogliendo il suo equilibrio costante e inalterato.
“Non leggo mai, guardo solo le figure, e se volete sapere tutto su di me, non avete che da guardare la superficie dei miei quadri, i miei film e me stesso”.
Contrario da sempre all’arte intellettuale, alta e noiosa, Andy Warhol si faceva carico di quella cultura edonista americana, proprio come il piacere della vita intellettualizzata dai disegni tematici esplicitamente gay, oltre ai barattoli di Campbell’s soup cans, la zuppa americana più consumata dagli americani, opera artistica realizzata in serie iconografica per una società consumatrice come quella del XX secolo.
Molti critici lo associano come padre del movimento della Pop Art americana, tra gli artisti influenti del secolo scorso, mentre in realtà lui era l’icona di una società che respirava aria di rinnovamento, dalla musica, al cinema al benessere di tutti i giorni.
Dalla sua collezione d’immagini di attori e personaggi illustri della sua generazione, come Marlyn Monroe, Liz Taylor, Elvis, Jakie Knnedy e tanti altri ancora, prenderà lo spunto per realizzare, con la tecnica della serigrafia, quelle icone-pop artistiche che lo hanno fatto conoscere in tutto il mondo.
Andy Warhol muore a New York il 22 febbraio del 1987 in seguito a un intervento alla cistifellea. L’artista lascerà questo mondo con una messa commemorativa voluta dai suoi tanti sostenitori. Dopo di lui il vuoto