Dacca (Bangladesh). I killer arrivano in moto. Poi i colpi di pistola sparati con il silenziatore. È stata un’esecuzione a sangue freddo quella di Cesare Tavella, 51 anni, veterinario, «crivellato di colpi» a Dacca, capitale del Bangladesh, nel quartiere diplomatico mentre faceva jogging. Un aguato rivendicato – dopo poche ore – dai terroristi di Isis attraverso un comunicato diffuso sul web. «Abbiamo ucciso un crociato» dice la «rivendicazione» firmata dallo Stato Islamico di cui ha dato notizia Rita Katz, direttrice del Site Intelligence Group. Una rivendicazione che le autorità italiane stanno ancora verificando. Tavella, secondo la polizia (che parla di «attacco premeditato»), era in tenuta da jogging quando è stato raggiunto per strada dal commando armato verso le 19 di lunedì. Testimoni hanno raccontato ai media locali di aver sentito almeno tre spari, che hanno ferito l’uomo all’addome, alla mano destra e al gomito sinistro. Gli uomini armati hanno quindi lasciato l’italiano «in una pozza di sangue» e sono poi riusciti a scappare. Alcuni passanti hanno quindi caricato il corpo per portarlo agli «United Hospitals» dove Tavella, secondo una fonte ospedaliera, è arrivato già morto «con numerose ferite da arma da fuoco». La polizia ha subito escluso l’ipotesi della rapina finita male, visto che la vittima aveva ancora con sé tutti i suoi effetti personali. La vicenda, presenta ovviamente molte ombre e dubbi che sono legati ad aspetti internazionali. Ci vorrà tempo per fare chiarezza.