Basilicata e Toscana si considerano in positivo regioni “laboratorio” per quanto riguarda l’accoglienza dei migranti.
“La Basilicata si candida a diventare, nella cornice europea dell’emergenza sanitaria – sostiene il presidente della regione Basilicata, Marcello Pittella – una Regione-Laboratorio per sviluppare un nuovo modello socio-economico di integrazione, in grado di apportare benefici tanto ai lucani in difficoltà, quanto ai migranti provenienti dai Paesi del Mediterraneo”.
“We are the people”, è il progetto presento da Pittella al Sottosegretario Gozi: “Il governo guarda con interesse alle azioni poste in essere dalla Regione Basilicata in tema di accoglienza ai migranti: particolarmente significativo, agli occhi di Palazzo Chigi, appare il progetto ‘We are the people’ che per la prima volta in Italia vede seduti intorno allo stesso tavolo importanti investitori privati stranieri e uomini delle istituzioni del nostro Paese con l’obiettivo di promuovere in Basilicata un modello innovativo di economia sociale volto a trasformare una emergenza umanitaria in una opportunità di sviluppo per il territorio regionale”.
“Investire sulle persone – aggiunge Pittella – è la grande sfida del nostro tempo, con una visione di sviluppo fondata su agricoltura sociale, turismo eco-sostenibile, industria creativa e servizi innovativi”.
Mentre il presidente della regione Toscana, Enrico Rossi, in un’intervista al quotidiano “l’Unità” evidenzia il sistema regionale di accoglienza diffusa: “Le persone non sono merci da sdoganare, l’accoglienza non è solo un problema di logistica. E il tema delle migrazioni non può essere trattato costantemente come un’emergenza”.
La Toscana, sostiene Rossi, “dimostra che la strada da percorrere è quella dell’accoglienza diffusa”, e “siamo una delle regioni che accoglie di più in rapporto alla popolazione”.
“In Toscana non abbiamo la bacchetta magica, – sottolinea Rossi – problemi e conflitti ci sono stati anche qui. Ma siamo sempre riusciti a superarli grazie al nostro modello di accoglienza. Modello che, peraltro, proprio perché imperniato su piccoli gruppi, evita di fare ricorso a grandi appalti, rendendo il sistema molto più trasparente e verificabile”.
Bisogna passare dalla fase « strutturale» alla gestione dell’accoglienza: “Sappiamo che ogni anno decine di migliaia di persone provano a entrare in Europa e nel nostro Paese. Governo, Regioni e Comuni dovrebbero mettersi attorno a un tavolo per programmare l’accoglienza perii prossimo anno. Solo così si sconfigge l’emergenza”.