Esteri – “La nomina del colonnello Najmi Ramadan Khair Al Nakua a comandante della guardia presidenziale da parte del presidente del Consiglio presidenziale libico, Fayez al Sarraj, può essere un ramoscello di ulivo inviato al Generale Haftar?”. Se lo chiede il reggente del Ctim Libia, Francesco De Palo, animatore del blog Rete Libia.
Al Nakua, che avrà come vice i colonnelli Mohamed Abu Bakr Laqri e Ibrahm Ahmed Abdullah Bilad, è nato a Garian ed il suo nome è stato proposto dal Colonnello Salem Juha, una sorta di ambasciatore incaricato di mediare tra le forze che sostengono il generale Kahlifa Haftar e i misuratini.
Secondo De Palo “il fatto che sia anche un personaggio gradito ad Abu Dhabi, dove è stato impegnato come addetto alla Difesa, rappresenta un altro passaggio che contribuisce a comporre (e anche a chiudere?) questo intricato cerchio. Nata per volontà governativa lo scorso maggio, la guardia presidenziale rappresenta una sorta di corpo scelto, incaricato di sorvegliare e proteggere il Consiglio presidenziale e tutte le altre istituzioni sovrane, come ad esempio la Banca Centrale della Libia. Ma nei primi mesi fortissime sono state le controversie circa la sua composizione, con da un lato le fazioni in auge a Misurata e dall’altro la componente internazionale legata all’uomo Onu Martin Kobler, che da tempo ormai ha puntato tutto su Al-Serraj”.
E aggiunge: “Il fatto che un nome, anche se non proprio condiviso, ma praticamente a metà strada tra le due fazioni possa utilizzare quello scranno per alleviare dissapori e scontri all’interno del paese, è da salutare senza dubbio in primis con ottimismo e poi con realismo. Il processo che dovrebbe condurre alla normalizzazione istituzionale della Libia è ancora lungo, farraginoso e frastagliato. Ma da oggi uno strumento significativo come la guardia presidenziale è presenza nello scacchiere del paese con una testa di ponte che non è un nome di rottura. E questa è una buona notizia”.