Editoriale – Il piccolo Omran è diventato un simbolo, questa immagine che noi abbiamo ovviamente schermato, ha fatto il giro del mondo. La tragedia evidenzia un orrore, quello della guerra, dell’uomo spietato contro se stesso, senza valori. La durezza di questa foto per chi l’ha vista integralmente è di una immensità tale da toccare anche i cuori più duri. Allo scrivente, è venuto un balzo al cuore…vedendo la foto sui vari social che fa attraverso il web il giro del mondo. Dobbiamo raccontare la cronaca, è giusto che il mondo sappia, ma il diritto di una cronaca si ferma di fronte alla dignità di un bambino colpito nel profondo della sua innocenza e nella sua dignità ed integrità morale. Gli adulti hanno il compito di difenderli i bambini, di aiutarli a crescere e non di ucciderli. Cosicchè Omran, diventa il simbolo dell’orrore, e viene messo inesorabilmente nella vetrina del web. A sua insaputa, questa volta, perchè questa povera creatura, che speriamo abbiano rifocillato e curato, probabilmente non sa che la sua foto la stanno guardando in parecchi. Il terrorismo, chiediamoci che reazione può avere di fronte a queste foto? Non crediamo certo che le loro coscienze vengano toccate, anzi saranno ancorpiù esaltate, la violenza genera violenza, la guerra, la verità, i fatti vanno raccontati, ma c’è un limite al diritto della cronaca, che è quello della dignità umana. Omran Daqnish è stato raccolto tra le braccia da un volontario della Syria Civil Defense, la protezione civile per un luogo da dove la civiltà se n’è andata. Il bambino tocca la ferita sulla testa, viene adagiato nell’ambulanza, le gambe troppo corte per toccare terra, i piedi nudi ciondolano ingrigiti dalla polvere. Con una mano accarezza il fresco del sedile, è pulito e sicuro. Ma rispettiamolo almeno schermando un pò il volto, come hanno fatto alcune tv mostrando tutta la sensibilità del caso.
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