“Un giorno credi”
di Antonio Agosta (Redazion Sicilia)
Oggi è il compleanno di Edoardo Bennato, l’uomo con l’umorismo e la tradizione napoletana dalla voce sgraziata e dai testi lirici taglienti. L’artista inizia la sua carriera di musicista suonando il tamburello, la chitarra, il Kazoo e l’armonica a bocca, reinventando la figura del cantautore per poi raggiungere la popolarità cantando il blues e il rock messi insieme.
Bennato, lungo il corso della sua carriera detiene dei primati che lo ritengono singolare, come il concerto allo stadio di San Siro con sessantamila persone, la sua esibizione come primo cantante italiano, era il 1979, al Montreux Jazz Festival, e quello di aver pubblicato due album a distanza di 15 giorni.
“Una canzone non può cambiare il mondo. Forse non sarà una canzone a cambiare le regole del gioco: può però servire ad accendere una scintilla a livello emozionale”.
Negli anni si è messo in gioco cambiando genere musicale entrando di diritto nell’immaginario collettivo spaziando dal rock and roll al pop, sempre con successo di critiche e di vendite. “Una estate italiana”, sigla di Italia ’90, e “Viva la mamma”, veri tormentoni musicali che fanno parte storia della musica italiana.
“Seconda stella a destra/questo è il cammino e poi diritto, fino al mattino/poi la strada la trovi da te porta all’isola che non c’è”. Il pezzo con cui tutti noi lo ricordiamo è sicuramente “L’isola che non c’è”, un brano che ha fatto ballare e riflettere intere generazioni, per la sua melodia appassionante e per il testo che racconta Peter Pan, ovvero quell’uomo che non vuole mai abbandonare il proprio mondo confettato.
Adesso, la sua stella si è un po’ oscurata dai tempi che cambiano, colpa di una generazione interessata a un tipo di musica commerciale e lontana dalla storia del costume del nostro Paese.