Bari – Il ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin, ha fatto visita ai feriti ricoverati al Policlinico di Bari, sopravvissuti all’incidente ferroviario in cui sono morte 23 persone in Puglia. Il ministro Lorenzin è a Bari per partecipare a un convegno. “Li ho trovati tonici” ha commentato il ministro riferendosi alle condizioni dei feriti, aggiungendo che tutti i pazienti hanno ringraziato, come ha fatto lei stessa, il personale del Policlinico. Ma questo evento è stato anche occasione di approfondimento nell’ambito dell’ateneo barese. Tanto che Lucilla Crudele, studentessa in Medicina dell’Università Aldo Moro di Bari, ha dato lettura di una interessante nota aperta al Ministro Lorenzin ed alle autorità presenti all’incontro.
“Onorevole Ministro, Magnifico Rettore, Presidenti, Autorità,
È motivo di orgoglio porgere il saluto degli studenti e dei giovani medici della Scuola di Medicina di Bari, perché sono profondamente fiera per quanto fanno quotidianamente, per formarsi, crescere e tenacemente raggiungere i propri obiettivi.
È un momento di grande emozione, soprattutto perché è da questo podio che gli studenti della nostra Scuola discutono la propria tesi di laurea, con un atto che segna un passaggio gioioso e formale, ma che è solo un inizio, l’ennesimo…dopo un test di accesso, doloroso per chi resta fuori ma sacrosanto per garantire una formazione di qualità, dopo 36 esami e la laurea, per diventare medici ABILITATI si può dover aspettare fino a 8 mesi, e poi magari ancora anni, per entrare nella scuola di specializzazione che più ci appassiona e non in quella resa più facile dalle contingenze del caso.
Non più giovanissimi, con l’entusiasmo piegato da un percorso accidentato nei tempi prima ancora che nelle prove, come possiamo rappresentare una risorsa per la sanità del domani? Come possiamo pensare di ‘rallentare’ ulteriormente il nostro percorso professionale per dedicarci alla ricerca? E quanti di noi sanno veramente a fine percorso cosa voglia dire ‘fare ricerca’?
Non vi sono attività obbligatorie previste nei nostri laboratori, né nell’insegnamento delle discipline di base, né per le discipline cliniche. Non ci sono momenti di continuità fra pre e post laurea in questo campo. E invece proprio noi giovani, non ancora contaminati dai precedenti tentativi, successi e fallimenti, costituiamo un patrimonio scientifico che fa dell’intuizione la sua forza motrice. Saremmo proprio noi i più prodighi di interazioni fra letto del paziente e attività al microscopio, magari sostenuti da un’attività clinica più costante grazie a una rete formativa allargata al territorio, che contestualmente valorizzerebbe e motiverebbe, tramite il mentoring offerto, anche le eccellenze non universitarie che vi operano, come costantemente rileviamo nel corso del nostro tirocinio, POST laurea ovviamente.
Siamo sempre noi giovani di UniBa, i primi a credere nell’internazionalizzazione, nelle opportunità di scambio offerte dall’Erasmus in primis, ma anche dai corsi di laurea erogati in lingua inglese e, in quest’anno accademico per la prima volta, orgogliosamente ambasciatori dei nostri progetti di ricerca sperimentale, grazie alla collaborazione con co-relatori di università estere prestigiose, all’interno del progetto Global Thesis.
Siamo pronti a investire e fare sacrifici per la nostra formazione e siamo grati per le importanti possibilità offerteci, ma oggi non possiamo non esprimere con tutta la fermezza di cui siamo capaci che è qui che vogliamo incidere, nei nostri istituti di ricerca, nell’università che ci ha formato, libera dai condizionamenti dei privati, sul nostro territorio, per la nostra gente e per il nostro Paese.
È questo il motivo per cui 6 anni fa ho scelto di immatricolarmi a Bari: per crescere con e per la mia terra. E se oggi dovessi, lo rifarei ancor più convintamente, forte della mia esperienza di rappresentante e di studentessa. Ho fiducia nell’aria di cambiamento che costantemente respiriamo e di cui ci è permesso di essere protagonisti, nel senso di comunità e nella forza della generosità, che ci fa abbandonare i libri in piena sessione estiva per correre a donare sangue quando una tragedia ci sconvolge nella quotidianità.
Come studentessa, la sceglierei ancora per le sfide che ci incoraggia a cogliere e perché ci spinge a combattere per le opportunità che ci offre. Perché voglio seguire le orme di specializzandi, poco più grandi di me, come quelli che hanno dato in questi giorni a tutto il Paese un esempio di professionalità spesso sottovalutata (si tratta pur sempre di medici sì, ma in formazione) e che invece a noi studenti indicano la strada della dedizione e dell’abnegazione nel silenzio della quotidianità. La sceglierei infine, perché mi ha insegnato il valore del sacrificio e della tenacia.
Onorevole Ministro, noi studenti e specializzandi della Scuola di Medicina di Bari, Le chiediamo di non spegnere queste motivazioni, di non mortificare il nostro entusiasmo, di realizzare le promesse annunciate. Il nostro futuro passa dalle Sue scelte e dai Suoi investimenti, come da quelli delle nostre famiglie e dei nostri Maestri.”