La politica è una vocazione, non un passatempo per dilettanti temerari. L’eloquenza, nutrita di filosofia, è costruzione di pensiero che porta coerenza, dato valoriale, contenuti ideali, visione che matura e alimenta la speranza del domani di un Paese curato e pensato e, in esso, un modello di uomo politico la cui capacità di governo è fecondata da una ricca e profonda analisi filosofica. In questa visione è la Persona al centro del servizio della politica, con il desiderio di edificarne talento e virtù. Tuttavia, che tipo di umanità politica siamo?
Il populismo non è un’ideologia che, piuttosto, ha come innesto un pensiero di costrutto, valori che orientano un determinato gruppo sociale alla coesione e visione politica. È, invece, un confuso e quanto mai arrivista modo di innescare diatribe. Per maggiore chiarezza: è un sistema perfido di approccio sociale con cui, individuati i nemici nelle istituzioni rappresentative, rivolge ad essi il proprio attacco di discredito, facendo leva sul Popolo presentato come vittima innocente delle istituzioni, rispetto ai privilegi che nutrono gli ambienti rappresentativi. Questo nell’accezione negativa. Vi è però un’accezione positiva, costruttiva, del populismo, e si ha quando sorgono dei movimenti che si richiamano al Popolo per chiedere maggiori istituti di democrazia partecipativa o diretta rispetto agli istituti di democrazia rappresentativa. Direi, però, che oggi l’accezione positiva è assai distante! Di fatti si manifesta, chiaramente, una certa abilità dei movimenti populisti e dei loro rappresentanti, ad assicurarsi una parvenza di difensori del Popolo, raggirandolo con discorsi ingannevoli e, quindi, spingendolo ad agire contro i propri interessi. Vedi Brexit! Per pungolare, di volta in volta si alimenta l’odio verso gli immigrati – quando tutti lo siamo -; si aumenta la paura verso uno Stato autoritario -la Germania in Europa -; si fanno promesse irrealizzabili -si Europa no Euro-. Si tratta di tecniche di vecchia data, conosciute sin dai tempi dell’antica Grecia, e già allora venivano viste come una degenerazione della democrazia.
Come viene dunque percepita la politica e l’Unione Europea dai populisti? Un nemico da abbattere, il ladro della sovranità nazionale violata, coloro che vogliono omologare, quand’anche cancellare, le tradizioni e le culture differenti, che vogliono rubare ai Popoli la loro sovranità con il benestare dei burocrati e delle classi dirigenti corrotte, che fanno l’interesse delle grandi multinazionali, delle grandi lobby finanziarie contro il benessere della gente comune. Il traguardo che queste correnti populiste si propongono è la restaurazione di frontiere economiche e politiche, che siano esclusivamente nazionali. È accaduto che pazzi demagoghi e populisti riuscissero a coniugare la capacità di farsi trascinatori e di portare l’elettorato dalla propria parte, facendo leva su paure, pregiudizi, sulla convinzione della superiorità e della purezza della razza, contro un’élite percepita come corrotta ed incapace di far fronte ai problemi concreti del Popolo. Per non dimenticare, si pensi al movimento völkisch nella Germania, volano del nazismo, al people’s party negli USA, al narodnaja volja russo, al fascismo in Italia, al poujadismo francese di Poujade, al populismo argentino di Peron, a quello brasiliano di Vargas, al socialismo bolivarista di Chavez, alle attuali destre europee dell’italico Salvini, della francese Le Pen, dell’olandese Wilders, dell’austriaco Strache, del finlandese Soini, del polacco Kaszinsky, alla fluttuazione di podemos e dei 5stelle.
“È dalle nostre teorie più ardite, incluse quelle che sono erronee, che noi impariamo di più. Nessuno può evitare di fare errori; la cosa grande è imparare da essi”, così Popper in Conoscenza oggettiva.
A cosa deve provvedere la Politica e l’UE? Indubbiamente a recuperare determinazione dell’agire, equilibro capace di garantire affidabilità e responsabilità, trasparenza nella pubblica amministrazione, lavorare affinché vengano risolti i nodi legati alla mancata integrazione degli immigrati, attivare politiche volte alla creazione di nuovi posti di lavoro, nuove attività imprenditoriali, investire molto nella Cultura, ottimizzare l’uso delle risorse pubbliche. L’Europa è il futuro prospero dei Paesi membri, sanati dalle discordie intestine e dalla rabbiosa inconsistenza populista, cui unica ambizione è mantenere dicotomie oltre che grevi i Popoli, non dando loro conoscenza dei vantaggi di sviluppo socio/economico. Non si può rinunciare al sogno del nostro tempo: gli Stati Uniti d’Europa! Non si può rinunciare all’orizzonte libertà, piuttosto è necessario scrollarsi di dosso le catene impervie e costringenti che vorrebbero trattenere nel limbo nella vacuità sociale. Ecco che l’intelligenza scopre, ecco che il brivido della vita acuisce il fare, il desiderio di costruire, determinato, che si ravviva nella mitezza innovativa e non si astrae dal sociale, dalla politica. L’intelligenza scopre, rispetta l’eloquenza nutrita di filosofia, è vigile, e i Popoli vanno nobilitati poiché, in essi, le persone sono il miracolo più bello e più meritevole di rispetto. L’Europa è realtà concreta, destinata a consolidarsi come dato valoriale rinfrancato di innovato umanesimo. Liberarsi da oscuranti gabbie populiste è ancora possibile!
(editoriale di Maria Francesca Carnea)