SpaceX ci riprova: oggi alle 16:29 ora italiana un Falcon 9 (FT) dell’azienda di Elon Musk è decolleto da Cape Canaveral con a bordo la coppia di satelliti geostazionari per telecomunicazioni BS2A e Eutelsat 117 West B. Nove minuti dopo il primo stadio del vettore è stata tentata la manovra d’atterraggio sulla piattaforma galleggiante “Of Course I Still love You”. La finestra di lancio sarà aperta per 45 minuti. In Florida saranno le 10:29 del mattino. Domenica scorsa i test statici a terra condotti da SpaceX sui nove motori Merlin 1D del primo stadio del Falcon hanno avuto esito positivo, dando così via libera al lancio di oggi.
Stando a quanto comunicato dal servizio meteorologico dell’US Air Force (USAF), la percentuale di decollo è intorno all’80%: sulla Florida insiste il caldo nonostante il cielo sia velato da nubi, di cui un possibile accumulo è l’unica preoccupazione per il lancio.Come ormai prassi consolidata del 2016, dopo la separazione tra primo e secondo stadio (2 minuti e mezzo dal decollo) la missione di SpaceX prenderà due strade diverse. Il secondo stadio continuerà la sua ascesa verso l’orbita di trasferimento geostazionario (GTO) e dopo trenta minuti dal lancio rilascerà Eutelsat 117 West B e cinque minuti più tardi ABS-2A. Nel frattempo il first stage tenterà il rientro sulla piattaforma galleggiante (Autonomous spaceport drone ship, ASDS) “Of Course i Still love You”, posizionata a 680 chilometri a est dalla costa della Florida. Il rientro su una ASDS (e non sulla terraferma) è necessario nelle missioni geostazionarie “ad alta energia”, dove il Falcon 9 consuma più carburante durante l’ascesa iniziale e non ne ha a sufficienza per rientrare verso Cape Canaveral, come fatto invece durante il lancio in orbita bassa di Orbcomm-11, il primo atterraggio mai riuscito da SpaceX.
Secondo quanto ha sempre ricordato SpaceX, il rientro dopo una missione geostazionaria è molto più complesso rispetto ad un atterraggio dopo un lancio in orbita bassa. Nel caso di decolli “ad alta energia” il first stage del Falcon raggiunge durante la discesa di rientro velocità molto elevate e – a causa del poco carburante – è difficile frenarlo.
Tuttavia, nonostante le difficoltà, nelle precedenti missioni geostazionarie JCSAT-14 e Thaicom-8SpaceX è riuscita un po’ a sorpresa nella manovra, inanellando due successi consecutivi (tre con CRS-8, in orbita bassa) dopo una serie di fallimenti. In ogni caso, a gennaio Elon Musk aveva spiegato che per il 2016 si aspetta il successo dell’atterraggio del 70% delle missioni.
Finora l’azienda ha portato a casa 4 first stageusati, di cui tre recuperati su una ASDS e due dopo una missione ad alta energia. Mentre il boosterimpiegato durante Orbcomm-11 diverrà un pezzo da esposizione, nei prossimi mesi uno degli altri trevolerà di nuovo per la prima missione con un Falcon 9 di “seconda mano”. Grazie al riutilizzo dei vettori, secondo il modello di business di SpaceX, nei prossimi anni si potranno garantire costi e prezzi di lancio progressivamente più bassi, rendendo l’accesso alla spazio molto più semplice ed economico.
ABS 2A e Eutelsat 117 West B sono due satelliti completamente elettrici costruiti da Boeing e basati entrambi sulla piattaforma 702SP. Il loro peso è di circa due tonnellate ciascuno, di molto inferiore rispetto ad altri satelliti di prestazioni simili dotati di propulsione chimica. L’assenza del carburante e dei serbatoi rende gli spacecraft più leggeri e quindi più economici da trasportare (o in alternativa in grado di imbarcare più payload a parità di peso).
Il rovescio della medaglia dei satelliti “all electric” è la lentezza. Gli spacecraft con propulsione chimica impiegano solo poche settimane per arrivare autonomamente nello slot geostazionario assegnato. I thruster elettrici di ABS 2A e Eutelsat 117 West B sono invece molto meno potenti e per questo i due satelliti arriveranno a destinazione, posta a circa 36mila chilometri dalla superficie della Terra, solo nel gennaio del 2017, tra sei mesi.
ABS 2A è di proprietà del provider satellitare della Bermuda Asia Broadcast Satellite e fornirà servizi televisivi e di comunicazione in Asia meridionale, Russia, Nord Africa e Medio Oriente. ABS 2A andrà a posizionarsi nello slot geostazionario posto a 75 gradi est, non lontano dal “fratello” ABS 2.
Eutelsat 117 West B è di proprietà del provider omonimo, che lo ha acquisito nel 2014 dopo aver comprato l’azienda concorrente MexSat. Il satellite fornirà broadcasting televisivo in tutto il continente americano, dagli Stati Uniti alla Patagonia, con particolare capacità puntata sul Messico. Lo spacecraft, come suggerisce il nome, si posizionerà a 116,8 gradi ovest.
A bordo Eutelsat 117 West B avrà anche un payload della Federal Aviation Administration (FAA), l’ente americano per il trasporto aereo, che servirà a migliorare la precisione del GPS per gli aerei in volo sugli Stati Uniti. (Alessandro Iacopini)