Redazione-Lunghe attese, talvolta anche in barella, prima di vedere un medico. Un’assistenza territoriale capillare ed efficiente è fondamentale per alleggerire gli ospedali e le strutture di pronto soccorso, anche grazie all’ottimizzazione dei mandati degli oltre 600 distretti sanitari presenti in Italia. In Italia sono censite circa 800 strutture di pronto soccorso, distinte in 500 complesse e 300 di base, alle quali affluiscono circa 100.000 persone al giorno, con rilevanti differenze geografiche. Poiché il 70-80% degli accessi riguarda fragilità da cronicità, lo scopo di Card (Confederazione associazioni regionali di Distretto) è proprio la riorganizzazione dell’assistenza territoriale, che intercetti finalmente questi malati cronici per evitare che si riversino, ormai in fase acuta, al pronto soccorso.
Sono solo alcuni dei temi in discussione a Napoli al XIV Congresso nazionale Card (‘Aderenza alle terapie ed appropriatezza organizzativa nel distretto’), in corso dal 19 al 21 maggio a Napoli. Tre giorni di dibattito sul supporto che la medicina territoriale può dare al processo di assistenza ai malati, per alleggerire le strutture di pronto soccorso degli ospedali, che a causa del sovraffollamento troppo spesso ospitano i pazienti in barella.
Dal Congresso emergono 5 obiettivi chiave. Il primo riguarda la cura del territorio. In questa ottica, il distretto è inteso come macro-organizzazione che includa quasi tutte le azioni di salute del territorio in cui le persone si identificano. Nella riorganizzazione delle alternative al pronto soccorso e al ricovero, un primo attore è il medico di famiglia che va inserito in una forte rete assistenziale territoriale. Il secondo obiettivo è rendere omogenei i mandati dei 600 distretti delle circa 200 aziende sanitarie in Italia. Attualmente, infatti, esistono ancora delle profonde differenze tra le loro attività, sia a livello inter-regionale che intra-regionale.
Il terzo obiettivo è l’equilibrio di offerta tra cure ospedaliere, ambulatoriali, domiciliari, residenziali. Con il nuovo statuto si vuole superare la distinzione tra ospedale e distretto, immaginando che anche l’ospedale sia parte di un territorio inteso come sistema in cui si lavori tutti insieme per il tutto, ciascuno con le proprie competenze. Un distretto forte deve saper educare la domanda oltre che governare l’offerta, per innalzare l’appropriatezza e porre in equilibrio nuove organizzazioni che riescano meglio a coniugare i momenti della diagnosi, cura, riabilitazione e prevenzione. Il quarto obiettivo riguarda la medicina di iniziativa, in cui includere promozione e prevenzione. Infine, con il quinto obiettivo Card sostiene sia opportuno lavorare di più e meglio prima e non dopo la dimissione dall’ospedale, per evitare recidive e reingressi evitabili.
Come spiega Gennaro Volpe, presidente eletto Card e presidente della sezione campana di Card, “stimolate dall’interesse del governatore De Luca, si sono tenute in Regione diverse riunioni finalizzate a individuare soluzioni utili a migliorare il processo di assistenza sanitaria. Attraverso la valorizzazione della medicina territoriale e distrettuale, sarà possibile contribuire a una drastica diminuzione dei pazienti che, in maniera poco appropriata, oggi si recano al pronto soccorso degli ospedali per cercare risposte ai bisogni di salute non sempre offerte dal territorio. L’impegno della Regione andrà sostenuto anche migliorando sensibilmente la comunicazione verso i pazienti e in questo processo i medici di medicina generale avranno un ruolo determinante”.
“Con l’aumento della vita media ci si ammala e si muore soprattutto di malattie croniche – evidenzia il presidente nazionale uscente di Card, Gilberto Gentili – ma il Ssn ha finora investito le risorse più importanti nel settore ospedaliero e quindi nella gestione della fase acuta delle patologie. Per riequilibrare il sistema occorre modificare il paradigma su cui finora si è basata la medicina, e assicurare risorse per permettere alle strutture governate dai distretti territoriali una valutazione accurata dei bisogni della comunità”.(Fonte:Adnkronos)