“Una realtà allucinata esprime l’interiorità dell’uomo”
L’espressionismo, movimento culturale che si sviluppò in Europa intorno al 1905-1925, coinvolse nella rivoluzione concettuale non soltanto la pittura, ma anche la letteratura, l’architettura ed il cinema; quest’ultimo rappresentò una vera e propria scoperta, in quanto permise alla rappresentazione di prender vita, e poter esprimersi a pieno, attraverso il movimento. Lo scopo fu, come d’altronde desiderava l’espressionismo, quello di rappresentare, non più una realtà comune a tutti, bensì una realtà interiore, la quale spesso sconosciuta e sottovalutata, era invece motivo e motore di azioni e pensieri. L’introduzione di dettagli ed innovazioni, per il tempo strabilianti, permise al cinema espressionista di prender forma; forme distorte, spigolose, rese da una geometria deforme e da architetture vertiginose, avvolte da toni cupi, i quali avevano il compito di accentuare notevolmente il senso di angoscia, ansia e soffocamento. Scenografie abitate da attori i cui movimenti lenti caricavano di enfasi i gesti; il cui trucco pesante dai toni scuri e marcati sfigirava i volti rendendoli tenebrosi e quasi demoniaci. Le riprese in primo piano, inoltre, incorniciavano la scena, inquadrando in modo attento un mondo distorto ed antinaturalistico. Film per eccellenza, che rende perfettamente tutti gli ideali dell’espressionismo risulta essere ” Il gabinetto del dottor Caligari”, che resta tutt’ora un capolavoro cinematografico, grazie al quale è possibile osservare e immedesimarsi nella realtà del tempo, espressione di delirio.
Morena De Luca